«Tutelare l’ambiente per una new economy che faccia spazio ai giovani»
Il corsivo di Oliviero Alotto, ecorunner torinese con origini calabre, celebre per le sue battaglie sociali per l'ambiente. L'estate scorsa ha attraversato l'Italia in bici percorrendo 3.000 kilometri «per incontrare tutte quelle realtà che valorizzano il territorio»
Sono fortemente convinto che oggi il centro del nostro agire debba essere la tutela dell’ambiente e la salvaguardia dell’eco sistema che ci circonda.
Siamo un paese, l’Italia, tra i più ricchi in biodiversità; su questa biodiversità si può costruire una sostenibilità economica, fatta di progetti agroalimentari, turismo, economie circolari. Ma troppo spesso, invece di valorizzare questo pianeta, ci siamo impegnati a distruggerlo; per me oggi è arrivato il momento di rovesciare il paradigma, mettendo al centro del nostro agire l’ambiente e il territorio.
Il momento storico che stiamo vivendo ha portato tutti noi a riorganizzare i nostri stili di vita, cambiare le abitudini e rimettere in discussione molte delle nostre prassi, anche perché non più sostenibili.
Questa estate ho voluto girare tutta l’Italia: in bici in 15 giorni ho pedalato per 3000 km, andando ad incontrare tutte quelle realtà sul territorio che valorizzano il patrimonio ambientale e che a mio parere sono il motore del cambiamento, della rinascita; sono quelle aziende biologiche che amano la terra, quelle associazioni che valorizzano il territorio, tutti quegli imprenditori del mondo della ristorazione e dell’accoglienza che sanno quanto la terra, se amata e rispettata, può essere volano di ripresa.
Quasi due anni fa sono stato a correre in solitaria in Groenlandia per 200 km, per raccontare al mondo la bellezza dei ghiacciai e la responsabilità collettiva che tutti abbiamo nel doverli tutelare.
Abbiamo bisogno tutti di innamorarci dell’ambiente per sentirlo nostro; troppo spesso non ci rendiamo conto del danno che facciamo all’ambiente che ci circonda, perché le nostre azioni non hanno un riscontro negativo immediato, ma di fatto stiamo distruggendo un patrimonio incredibile con le nostre cattive abitudini: penso alle scelte alimentari, ma anche alla mobilità di tutti i giorni.
Abbiamo bisogno di fare scelte drastiche che ci portino a vivere un vero nuovo corso, basato sull’amore per l’ambiente, dobbiamo passare dalla denuncia all’azione.
Nel mio giro in bici, ho potuto attraversare la Calabria, e rendermi conto di quanto essa sia oggi, senza dubbio, una delle Regioni più incantevoli, e di quanto lavoro si potrebbe fare per valorizzarla.
Una regione che ha al suo interno, dalla montagna al mare, le colline, le città storiche, un patrimonio di biodiversità incredibile. Basti pensare ai borghi arroccati sulle montagne, alla sua cucina strettamente di territorio, capace di valorizzare la gastronomia tipica della costa e quella della montagna.
Una Regione dove tanti imprenditori, troppo spesso lasciati soli, stanno continuando a scommettere sul territorio e sulle sue bellezze. Un territorio incontaminato che può ospitare il turista che ama gli sport, ma che ricerca la cultura.
In Calabria ho trovato esperienze incredibili di accoglienza, progetti agricoli sociali, borghi tra i più belli d’Italia, la Sila -una montagna che non ti aspetti a pochissimi km dal mare- e spiagge stupende.
Questo è un patrimonio che abbiamo il dovere di valorizzare, e che deve essere il motore di un’economia che ormai non può essere il futuro, ma deve essere il presente.
Parlare di ambiente vuol dire parlare di economia, di giovani che devono poter avere un futuro nella terra dove sono nati e non avere l’obbligo di migrare per realizzare i loro sogni.