di REDAZIONE "Per la Calabria, regione che conta su un patrimonio agricolo, boschivo e faunistico di inestimabile valore, il mantenimento dei Corpi di Polizia provinciale non può che essere una risorsa in più per garantire la tutela e la salvaguardia dei territori". Lo ha dichiarato il consigliere regionale Giuseppe Graziano che sulla questione della Polizia provinciale della Calabria, oggetto di riordino da parte del Governo, propone anzi "un’azione incisiva che possa assicurare un presidio di controllo costante sull’ambiente. Il Governo Oliverio si adoperi per avviare questo stesso percorso così da evitare il proliferare dei reati all’ecosistema, soprattutto nell’ambito dei settori caccia e pesca. Il ridimensionamento di quest'organo, previsto dalla riforma Delrio a seguito dell’annullamento delle Province, rappresenta una mannaia per le politiche a difesa dell’ambiente e dell’ecosistema che, seppur con grandi difficoltà, sono state avviate sul territorio regionale. Si pensi all’assist che si darebbe
all’azione dei bracconieri o dei
trafficanti di rifiuti o, ancora, alle
ecomafie senza la presenza di un organo di repressione. Appare ovvio che ci troviamo difronte
all’ennesima decisione bizzarra del Governo centrale che da un lato taglia, ingiustamente, fondi e competenze ma dall’altro, ovviamente, esige massimo controllo dei territori attraverso un’azione di polizia pervasiva. Di
verse regioni, come l’Umbria e la Toscana, hanno già annunciato l'accordo con le Province, che consentirà, di mantenere l'unitarietà dei corpi di polizia provinciale,
evitando inutili quanto dannose dispersioni in altri ambiti, di personale specializzato in materie importanti. In tali convenzioni, si stabilisce che
la Polizia Provinciale, oltre ad occuparsi della vigilanza sulle materie fondamentali oggi in capo agli Enti di area vasta,
si occuperà, per conto delle regioni, anche di controlli sulla caccia, sulla pesca, e su diverse materie, di competenza amministrativa regionale. Potrebbe fare lo stesso anche la Regione Calabria, che in tal modo –
questa la proposta di Graziano - potrebbe evitare sia la parziale, scompaginata e incongrua mobilità di personale di polizia provinciale verso altre destinazioni e sia la drastica riduzione o annullamento delle attività di presidio del territorio in aree rurali ed extraurbane".