di SERAFINO CARUSO Per inquadrare al meglio un discorso sul continuo
depotenziamento della ferrovia jonica Taranto-Reggio Calabria bisogna partire da lontano. Innanzitutto va detto che la “jonica” è stata tra le prime ferrovie costruite in Italia. La realizzazione del tratto tra Cariati e Trebisacce risale al 1870, pensate. Bene, possiamo ben asserire che da quasi 150 anni nella “jonica” non è cambiato quasi nulla. Allora si andava a vapore, oggi con il gasolio. Allora non c’era l’elettrificazione, oggi c’è solo da Taranto a Sibari. Per il resto un solo binario, per giunta non elettrificato. Fino a Reggio Calabria. È cambiato poco o nulla. Ma il vero “passo del gambero” la ferrovia jonica lo ha compiuto negli ultimi 25 anni. Se fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso per andare da Cariati a Bologna o Milano si dovevano cambiare due treni, oggi, dopo la bella parentesi durata fino al dicembre 2011 (anno in cui sono stati soppressi i
treni a lunga percorrenza Crotone-Roma e Crotone-Milano) si deve fare la stessa cosa. Con più disagio. È evidente quanto nella cancellazione di stazioni e treni abbiano giocato un ruolo importante dinamiche ben poco chiare. Occulte. Lo smantellamento della ferrovia “jonica” e dei treni parte da lontano. Metà anni ’90: lo Stato chiude diverse biglietterie in tutta Italia. Quelle più piccole. Ma, stranamente, chiude anche quelle di Corigliano e Rossano. Oltre Mirto, Calopezzati, ecc. Lasciando aperte, nella zona, solo Sibari e Cariati. Taglio dei costi? Perfetto. Ma perché chiudere biglietterie (e, di conseguenza, stazioni) di città importanti come Corigliano e Rossano, da dove ogni giorno partivano, con i treni Crotone-Milano e Crotone-Roma, decine e decine di persone? Primo “rebus”. Inconcepibile. I bagno pubblici della stazione sempre chiusi. Con luce accesa all’interno. E si, eravamo nei tempi delle “vacche grasse”… Si poteva sprecare. Sono gli anni in cui si iniziano a vedere i primi autobus di linea di collegamento tra Cariati e Milano. Solo coincidenza? Nel frattempo le condizioni igieniche dei suddetti treni a lunga percorrenza (sempre strapieni di gente) iniziano a lasciare molto a desiderare. Ma come, partono da Crotone ed a Rossano erano già sporchi o senza sapone o senza acqua o con riscaldamento non funzionante? Si, accadeva anche questo. Solo coincidenze? Nel frattempo Trenitalia inserisce oltre ai due Crotone-Milano della sera, anche un intercity con lo stesso percorso: l’adriatica, passando per Taranto e Bari. Diretto, ovviamente. Da Rossano, ad esempio, parte alle 7 ed arriva a Milano alle 18 circa. Verso i primi anni 2000 stranamente Trenitalia modifica l’orario. Parte sempre alle 7, ma arriva due ore più tardi. Allora, la domanda è: che razza di intercity è questo? Addirittura ci mette due ore in più? Se questo non è un chiaro disincentivo ad utilizzare questo treno, allora cos’è? Ma non finisce qui. Perché nel frattempo la PolFer sulla tratta adriatica viene depotenziata. E così aumentano i tentativi di rapina sul Crotone-Milano notturno, nei pressi del tratto Bari-Pescara. Tutto ciò che provoca? Panico, soprattutto tra le donne ed i genitori dei tanti giovani che prendono quel treno per spostarsi per motivi di studio o lavoro verso l’Emilia e la Lombardia. I clienti dei pullman iniziano ad aumentare. Le compagnie del trasporto su gomma fiutano l’affare ed aumentano i collegamenti. Per Milano, Verona, Bologna, Brescia, Torino, Siena, Pescara, Rimini, Roma, Napoli, ecc.. Il giro d’affari per le compagnie aumenta di settimana in settimana. Mentre Trenitalia inizia a diffondere, a periodi, i primi allarmi di soppressione dei treni. Che comunque sono ancora molto utilizzati. Fino a quando, poi, nel 2011 arriva il colpo finale: Trenitalia (con il benestare di Governo, Ministero dei Trasporti e Regione Calabria, che nel frattempo storna i fondi destinati a Trenitalia e li inizia a distribuire al trasporto privato su gomma) nel dicembre di quell’anno sopprime, tra lo stupore generale, il Crotone-Roma ed i Crotone-Milano, sia quello del mattino che quelli della sera. Una scelta che provoca diversi malumori. Ma nessuna presa di posizione forte della politica, se non le solite sterili lettere che non hanno mai portato a nulla di buono. Trenitalia giustifica il taglio con il fatto che, a suo avviso, non era più conveniente perché c’erano pochi viaggiatori. Cosa non vera. Ma se anche fosse, è stata tutta colpa di Trenitalia. Un complotto studiato a tavolino. Per favorire gli amici… E gli amici degli amici. Nel frattempo anche altre compagnie di pullman sbarcano sullo Jonio. Attratti dal crescente business creato dalle scelte scellerate di Trenitalia e Governo. Nel 2012 la prima protesta per riavere i treni è organizzata dal movimento Terra e Popolo di Rossano. Si va in stazione a Rossano e ci si piazza su un binario impedendo, per alcune ore, il transito di un regionale. Risultato: una decina di loro segnalati dalla Polizia e denunciati in Procura. Avvocati, spostamenti, tensioni. A loro spese, ovviamente. E perché? Solo per aver chiesto un diritto: la libertà di scegliere di spostarsi anche in treno. Come succedeva da anni. Poi un’altra protesta di Fratelli d’Italia ed infine quella di sabato 24 ottobre del Ciufer. Tutti (o quasi), cittadini, politici, partiti, sono concordi: è giusto ripristinare i treni diretti Crotone-Milano e Crotone-Roma. Per il momento la Regione Calabria si è detta disponibile ad aprire un dialogo. Vedremo cosa accadrà in futuro. Intanto, chi fa affari d’oro su un disagio dei cittadini sono le compagnie dei pullman.