Di SAMANTHA TARANTINO Analisi del cyberbullismo, sostegno e condivisione tra genitori e scuola. Questi gli argomenti discussi nei giorni scorsi durante il convegno
“Famiglia & Prevenzione: Educare i figli all’uso delle nuove tecnologie per prevenire il Cyberbullismo”, tenutosi nell’auditorium del Polo Liceale di Rossano. Presenti il presidente nazionale
Fabrizio Azzolini, la referente A.Ge. dello Jonio cosentino la pediatra
Vittoria Paletta, la presidente IRSEF Lazio (Istituto di Ricerca e Studi per l’Educazione e la Formazione) la professoressa
Giuseppina Zumpano, lo psicologo esperto di tematiche sull’apprendimento dottor
Marius Spula e la dirigente del polo liceale la professoressa
Adriana Grispo, che ha evidenziato come la scuola debba aprirsi alle famiglie e al territorio e stringere un Patto di corresponsabilità educativa.
«Scegliere una vittima, pubblicarne foto anche intime spargendo maldicenze attraverso la condivisione di messaggi e social (61%), mettere in atto minacce ripetute. Questo è il
modus operandi del cyberbullo ‒ introduce l’esperto dottor Spula ‒ che,
non avendo contatti reali con la sua vittima, incarna una profonda deumanizzazione. Il bullo sceglie i momenti in cui la sua azione sia il più possibile visibile (orari di ricreazione, tragitto casa-scuola). Il dato italiano è ancora contenuto, ma in crescita. Una delle forme peggiori di cyberbullismo è quella dell’esclusione da un gruppo chat della vittima prescelta».
In una società dove ci si aggrega per sentirsi qualcuno, l’esclusione viene vissuta come un dramma. «Ecco perché serve una maggiore supervisione da parte dei genitori, che devono uscire dall’analfabetismo informatico e sorvegliare, mettendosi in stretta collaborazione con la scuola. Inoltre ‒ continua Spula ‒ si deve porre il divieto assoluto per studenti, e insegnanti, dell’utilizzo dei telefoni nelle ore scolastiche. Il web diventa pericoloso in quanto tutto è facilmente condivisibile e chiunque può avere accesso a contenuti.
Occorre rendere i giovani non anafettivi. È nata per questo scopo
DeleteCyberbulling, un’app semplice e intuitiva, utile per informare e orientare genitori e ragazzi». L’Associazione Italiana Genitori (A.Ge.), nata nel 1968 per rispondere alle nuove esigenze di sviluppo del ruolo del genitore, si sta espandendo anche nel nostro territorio, in cui si è stata forte l’esigenza di creare una sinergia tra medici, scuola, esperti e genitori per superare la loro solitudine. Ogni esperto ha un ruolo diverso e anche la figura del pediatra va oltre quello prettamente curativo. «Analizzare la salute psicologica, morale e scolastica del proprio figlio ‒ dice la dottoressa Paletta ‒ è fondamentale. In effetti, la tendenza all’obesità, la debolezza, l’impaccio nei movimenti, l’ansia e l’angoscia legate all’astinenza da Tv e mezzi tecnologici sono i nuovi mali che stanno strozzando i nostri giovani, con la conseguenza di
una scarsa verbalizzazione e propensione a creare legami, quindi all’isolamento, e di un relativo calo nel rendimento scolastico». «Nel rapporto con gli insegnanti ‒ introduce il presidente Azzolini – da genitori non dobbiamo solo limitarci a sapere i voti e il profitto di nostro figlio come singolo individuo, ma rivolgerci alla scuola in stretta sinergia e facendo rete. Questa è corresponsabilità educativa». In quest’ottica, si può contrastare la periferia, centro del futuro, per vincere l’esclusione e l’emarginazione. «Questo è ciò che si sta sperimentando già da un po’ di tempo nel Lazio – dice la presidente IRSEF Lazio, Zumpano ‒ dove un équipe di psicopedagogisti, in collaborazione con l’A.Ge. e la scuola, punta il faro sulla persona-allievo, per prevenire la dispersione, che è il nostro fallimento formativo».
La fragilità umana è il dramma della nostra società, in cui i giovani stanno perdendo la loro trasparenza. Non basta preservarli da malattie fisiche e psichiche, bisogna salvarli soprattutto da quelle sociali e dell’anima. Ridiamo loro la possibilità di riacquistare l’equilibrio necessario a diventare validi cittadini di domani.