Intervista a Vincenzo Carbone, fisico e docente Ordinario dell’Unical che ha elaborato il grafico della contaminazione del Codiv-19 in Calabria: «Ottimismo ma i nostri comportamenti sono essenziali»
«L’epidemia in Calabria potrebbe essere contenuta e relativamente breve se - e solo se – i cittadini si atterranno scrupolosamente alle regole». A dirlo è il prof. Vincenzo Carbone, ordinario di Fisica all’Università della Calabria, che nelle ultime ore, sulla scorta dei dati raccolti sulla diffusione del virus, ha elaborato una previsione analitica sull’andamento dei contagi nella nostra regione. Secondo l’analisi di Carbone, la Calabria potrebbe raggiungere il picco entro la fine del mese con un numero relativamente limitato di infetti e una decrescita entro maggio.Uno studio meticoloso e approfondito che ha solo una variabile, non di poco conto: «la capacità dei cittadini di attenersi alle regole». L’Eco dello Jonio, in esclusiva, ha intervistato il prof. Vincenzo Carbone.
Professore, innanzitutto su quali dati fonda il suo studio e la sua “previsione”? - «I dati che ho utilizzato sono quelli diramati dal bollettino della protezione civile alle 18:00 di ogni giorno».
Qual è il metodo scientifico adottato per elaborare il calcolo? - «Innanzitutto – precisa Carbone - voglio ribadire una questione di metodo. Fare predicibilità su un sistema naturale è l’approccio metodologico della fisica. Un fisico acquisisce una forma mentis per cui riesce ad elaborare modelli sulla base di esperimenti o di dati reali, e questi modelli vengono utilizzati per fare predicibilità.
Nel caso in questione, il modello fisico è un mio personale studio che volevo condividere con qualcuno. Lo studio si basa sulla dinamica delle popolazioni, e in particolare sulla
interazione possibile fra due sottogruppi. Il modello fisico riesce a prevedere la variazione del numero di infetti nel tempo, e quindi consente di stimare l’andamento dell’epidemia dal suo insorgere fino alla sua scomparsa. È basato su due parametri liberi che vengono stimati utilizzando i dati reali». «Una volta stimati i parametri – aggiunge - possiamo prevedere cosa potrebbe accadere alla dinamica dell’epidemia in corso. In questo modo si riesce a prevedere, con una certa approssimazione e tenendo fissi i parametri stimati, quale sarà il corso della epidemia, e quindi anche stimare eventualmente il picco e il numero di infetti che ci si aspetta». «Possiamo anche costruire delle strategie per il futuro perché i parametri descrivono un effetto fisico nel modello elaborato. Per esempio – prosegue - la “sezione d’urto” delle interazioni che nel modello tiene conto come parametro, delle disposizioni ministeriali sull’isolamento delle persone. Minore la sezione d’urto, minore il numero di contagi.
E’ quindi essenziale attenersi alle disposizioni messe in atto per fare diminuire il più possibile questo parametro. Le previsioni del modello dipendono fortemente dal rispetto delle regole. Ne va della nostra salute personale e di quella di tutti. Da questa esperienza purtroppo negativa, dobbiamo imparare che la dinamica delle popolazioni è un processo collettivo, le mie azioni influenzano quelle degli altri e, di conseguenza, come feedback influenzano anche il mio futuro. È un sistema complesso, e come tale non sono solo le mie azioni ad influenzare il mio futuro, ma anche e soprattutto l’effetto che, le mie azioni, hanno sugli altri. Questo feedback dovrebbe fare capire che il comportamento di una singola persona influenza in modo estremamente sensibile la dinamica di tutta la popolazione.
Le modalità di contenimento delle interazioni fra le persone vanno rispettate pedissequamente, è il solo modo per avere un beneficio collettivo e, di conseguenza, un beneficio personale». Nel grafico allegato (
vedi in alto all’articolo) sono riportate due situazioni:
«Una – ci spiega il docente -
in cui si suppone che ci sia il rispetto delle regole attuali, e una in cui non vi sia il rispetto delle regole. La previsione cambia completamente, come si può vedere». Allora, una volta raggiunto il picco massimo (al 22 marzo) si potrà allentare un po' la morsa delle restrizioni? - «Il modello – ci dice Carbone - è probabilistico, ossia è probabile che entro fine Marzo si raggiunga il picco degli infetti se tutti ci si attiene alle regole.
La discesa dell’epidemia, una volta raggiunto il picco, è particolarmente lenta nei modelli e nella realtà. Quindi non bisogna assolutamente allentare le disposizioni. Questo è fondamentale e va ribadito chiaramente. Se questi dovessero essere davvero i numeri sarebbe un'ottima notizia per la Calabria che, come sappiamo, ha un sistema sanitario deficitario? - «Le stime – scandisce Carbone - fanno forse intravvedere una situazione problematica per il sistema sanitario, ma a questo non saprei rispondere, non avendo informazioni precise al riguardo.
Anche per questo è fondamentale che il singolo individuo si attenga alle disposizioni».
Qual è la variabile di errore e soprattutto quali sarebbero le cause se "saltasse il banco" della statistica? - «L’attendibilità dello studio è una questione estremamente delicata. Sto lavorando per stimare al meglio le previsioni, che comunque restano previsioni essenzialmente probabilistiche basate su un modello fisico, applicato a un ambito peculiare come l’andamento di una epidemia. Le stime – aggiunge - sono da considerarsi come probabilità, e sono ovviamente suscettibili di errori che, se dal punto di vista teorico sono accettabili e normali, dal punto di vista sociale possono determinare aspettative o timori forse eccessivi. Il modello dipende fortemente e criticamente dai parametri,
e quindi le simulazioni dipendono in modo critico dalle modalità con cui ogni singolo individuo rispetta le disposizioni messe in atto. E’ un momento particolare, spero vivamente che ci si stia avvicinando al picco di infezioni, così almeno dice il modello; per mantenere limitato il numero di infetti, e limitare nel tempo la durata dell’epidemia,
bisogna mantenere le disposizioni ancora per un tempo relativamente lungo, anche dopo che avremo superato il picco di infezioni.
Lo studio è da ritenersi uno studio scientifico personale. Se si mantengono le disposizioni e si rispettano in modo pedissequo per un tempo moderatamente lungo, sono certo che usciremo da questa fase critica. Andiamo avanti - conclude l'Ordinario dell'Unica -
con moderato ottimismo e da questa situazione impariamo che i comportamenti virtuosi di ognuno di noi hanno una influenza determinante per il benessere di tutta la società, e quindi di noi stessi». mar.lef.