Al MuMam di Cariati la mostra fotografica "Tempo di semina, tempo di raccolta"
Il progetto culturale ‘Vita nei campi’, di cui la mostra è un’espressione, mira a colmare un vuoto di ricerca e di racconto sul mondo contadino locale, predominante per millenni, che ha segnato il cammino, la storia e le radici della comunità

CARIATI - In corso presso il Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati la mostra fotografica “Tempo di semina, tempo di raccolto” sulla cultura contadina cariatese, curata da Assunta Scorpiniti.
Si può visitare negli orari e nei giorni di apertura del Museo, e cioè Mercoledì, Venerdì, Sabato e Domenica dalle ore 19.30 alle 23.30. Inserita nel più ampio progetto di ricerca e racconto della stessa autrice, denominato “Vita nei campi”, la mostra, frutto di un’accurata ricerca tra le famiglie contadine del luogo, è costituita da scatti che documentano il lavoro agricolo e la vita quotidiana nelle campagne di Cariati dagli anni Trenta fino a circa i Novanta del Novecento.
Il titolo “Tempo di semina, tempo di raccolto” pone in rilievo due importanti momenti della “vita nei campi”, i quali, spiega l’autrice, possono essere considerati la metafora della vita umana, che presuppone fiducia, capacità di prendersi cura, di attendere e di gioire per i prodotti ottenuti.
Tra la semina e il raccolto, infatti, è racchiusa una fatica incessante, per il ritmo incalzante delle colture, l’avvicendarsi delle stagioni e le incertezze determinate dal clima; soprattutto c’è la percezione che il contadino aveva della terra, considerata parte essenziale della propria esistenza, curata e costantemente seguita perché potesse dare i suoi frutti.
Il progetto culturale ‘Vita nei campi’, di cui la mostra è un’espressione, mira a colmare un vuoto di ricerca e di racconto sul mondo contadino locale, predominante per millenni, che ha segnato il cammino, la storia e le radici della comunità, “eppure quasi cancellato nelle sue memorie dai percorsi storici, a partire dalla grande frattura sociale causata dall’emigrazione”.
La potenza delle immagini (in bianco e nero e con didascalie volutamente essenziali), è la modalità scelta per raccontare questo vissuto collettivo; un mondo popolare perduto sì, ma ancora necessario per capire da dove veniamo e per affermare i valori basilari in un sistema di vita e tuttora attuali: la sacralità del lavoro, il rispetto dei cicli naturali, l’unione familiare, la resistenza alle avversità, la fiducia nel futuro.
La mostra valorizza, quindi una parte importante del nostro patrimonio culturale, aprendolo a nuovi sguardi e a un confronto critico con il presente; attraverso la fotografia, che è traccia di memoria, può unire vecchie e nuove generazioni sul grande tema del lavoro, donando riconoscimento e voce a quanti hanno portato avanti le famiglie e la società nel silenzio della storia.
Assunta Scorpiniti ha realizzato, negli anni passati, altre due mostre documentarie, che sono in esposizione permanente presso il Salone Polifunzionale del Porto, visitabili su richiesta: “Storie e immagini della Calabria altrove”, sull’emigrazione calabrese in Germania, e “Famiglie e barche della comunità marinara di Cariati”.