Sit-in davanti al carcere di Rossano per Ahmad: «Solidarietà non è terrorismo» | VIDEO
Attivisti ProPal si sono ritrovati a Ciminata per chiedere la liberazione del 24enne palestinese accusato di terrorismo. Fullone: «Stanno punendo un diritto di parola». Dopo il blitz di Lucano, disertano i parlamentari M5S attesi ieri in visita
CORIGLIANO-ROSSANO – In una mattinata fredda davanti alle mura del carcere di Ciminata, una cinquantina di attivisti provenienti da Calabria e Basilicata si sono radunati ieri in un sit-in per esprimere solidarietà al giovane Ahmad Salem, il 24enne palestinese detenuto da oltre sei mesi nel reparto di alta sicurezza della casa di reclusione di Rossano con l’accusa di terrorismo.
La manifestazione, promossa da gruppi pro-Palestina e realtà civiche locali, ha avuto un tono eloquente e deciso: «Chiamare alla mobilitazione per la solidarietà al popolo palestinese – dicono gli organizzatori – non può essere equiparato a un reato di terrorismo», facendo riferimento alle accuse mosse al giovane basate su video e frasi estratte dal suo telefono.
Secondo la ricostruzione di diverse associazioni di osservazione della repressione e dei diritti umani, l’incriminazione per i reati di istigazione a delinquere e autoaddestramento con finalità di terrorismo (artt. 414 e 270-quinquies c.p.) si fonda su materiali decontestualizzati che Salem aveva registrato e pubblicato durante lo scorso conflitto a Gaza, nei quali invitava alla solidarietà e alla presa di parola contro la sofferenza del suo popolo.
Tra i presenti, grande attenzione ha attirato l’attivista Vincenzo Fullone, figura di riferimento per il movimento pro-Palestina calabrese. Nel corso dell’intervista, Fullone ha descritto la detenzione di Ahmad come un simbolo di una più ampia limitazione del diritto di espressione: «Ahmad Salem è in questo carcere di semi-massima sicurezza, così lo chiamano, per un semplice motivo. È il motivo per il quale anch’io e anche noi potremmo essere arrestati. Perché, che ha fatto? Hanno trovato sul suo telefono dei video in cui lui chiamava alla solidarietà per il suo popolo e chiamava soprattutto i popoli arabi a svegliarsi… Chiunque parla ora di Palestina o contro lo Stato di Israele, in qualche maniera viene definito antisemita e quindi si configura l’accusa di terrorismo».
Fullone ha proseguito sottolineando che parlare di Palestina — e «chiedere che qualcuno faccia qualcosa» — «è un diritto politico fondamentale e non un atto criminale». Ha poi annunciato le iniziative future del movimento Propal con la volontà di rinforzare la mobilitazione territoriale nei mesi a venire, citando una nuova tappa simbolica con la partecipazione alla Gassan Canafani, barca legata alla flotilla di solidarietà con la Palestina, il cui percorso estivo includerà soste sullo Jonio calabrese, proprio a Corigliano-Rossano e Mirto Coris, prima di proseguire verso Tirreno.
La manifestazione di ieri mattina segue di pochi giorni un altro episodio che ha riacceso l’attenzione pubblica sul caso di Ahmad Salem. Domenica scorsa, infatti, era stato l’europarlamentare Mimmo Lucano a recarsi a sorpresa davanti al carcere di Rossano per solidarizzare con giovane attivista recluso. Tutto questo mentre all’appuntamento di ieri mattina – per quanto riferito dai movimentisti Pro Paestina - era prevista anche la visita ispettiva di alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, che però alla fine non si sono presentati.