La “Veste a cinta” e la “Pacchiana” di Cariati al Festival del Costume tradizionale calabrese
Scorpiniti (MuMam): «Questi abiti fanno parte non solo del patrimonio culturale cariatese ma anche nazionale, in quanto censiti e presenti, con altri oggetti etnografici del Museo Civico di Cariati, nel Catalogo Generale dei Beni Culturali del MiC»

CARIATI - Gli abiti storici delle donne cariatesi custoditi nel Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati, valorizzati e conosciuti da un vasto pubblico in occasione della terza edizione del Festival del Costume tradizionale calabrese che si è svolto a San Giovanni In Fiore, lo scorso 20 giugno, nell’ambito della Settimana del Turismo delle Radici.
«Tra i 14 comuni presenti in forma ufficiale alla manifestazione, organizzata dal comune silano con il patrocinio della Regione Calabria, della Provincia di Cosenza, del MAE e della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, - si legge nella nota del MuMam - anche il Comune di Cariati, con il Sindaco Cataldo Minò, la Delegata alla Cultura Alda Montesanto e gli agenti della polizia municipale con gonfalone».
«La delegazione cariatese - fanno sapere - ha accompagnato le modelle con gli abiti tradizionali femminili della cittadina ionica, sfilando con loro, insieme alle rappresentanze degli altri comuni, in un variopinto e suggestivo corteo con bellissimi costumi che si è snodato sull’isola pedonale della città florense, fino alla piazza principale dove alla presenza della sindaca Rosaria Succurro, di autorità civili e militari, della giuria e di un numeroso pubblico si è svolta la parte centrale della manifestazione e si è proceduto alle premiazioni delle varie categorie.
«Tre sono stati gli abiti di Cariati presentati a San Giovanni in Fiore, a cura della Direttrice del Museo Civico Assunta Scorpiniti, che ha preparato le modelle e predisposto la partecipazione all’evento: un abito storico di “pacchiana” del 1880, appartenuto a una giovane cariatese di nome Gloria, coniugata Russo, che, quindicenne, lo aveva indossato per la prima volta al suo matrimonio; l’abito, portato con grazia ed evidente orgoglio dalla bellissima modella cariatese Federica Critelli, e prezioso per fattura, valore storico e stato di conservazione, è costituito da vari pezzi: “a cammìsa” bianca con decori e maniche rigonfie, il corsetto, i manicotti, un’ampia gonna viola intessuta a motivi geometrici e ricamata con fiori, il grembiule, un copricapo impreziosito da merletto e ricami».
«Oltre alla “pacchiana”, che ha concorso al premio di quest’anno (vinto, per la cronaca, dal costume di Castrovillari), il Comune di Cariati ha presentato anche due varianti della tradizionale “veste a cinta”, ovvero l’abito vestito in passato dalle popolane cariatesi; a indossarle, le modelle Caterina Russo e Anna Maria Cariglino, che hanno saputo interpretarne il contegno e la semplice eleganza, data da una camicia stretta in vita, decorata con impunture (“u tàit”), da un grembiule rigorosamente nero con balza a pieghe (“u sinàlu”), da un’ampia gonna pieghettata a motivi floreali, e accessoriato con una sorta di triangolo merlettato sulla scollatura (“u scoddinu”) e un grande scialle di lana (“u frazzulettùnu”); nessun copricapo ma i capelli acconciati con la tipica corona di treccia».
«La partecipazione al Festival di San Giovanni in Fiore - spiega la Direttrice Scorpiniti - fa parte di un progetto museale di valorizzazione degli abiti tradizionali cariatesi, condiviso con l’Amministrazione comunale, nell’ambito di iniziative che saranno realizzate nei prossimi mesi; è importante sottolineare, aggiunge, che questi abiti fanno già parte non solo del patrimonio culturale cariatese ma anche nazionale, in quanto censiti e presenti, con altri oggetti etnografici del Museo Civico di Cariati, nel Catalogo Generale dei Beni Culturali del Ministero della Cultura».