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Al Protoconvento di Castrovillari un convegno su bullismo e cyberbullismo promosso dall'Ipseoa

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CASTROVILLARI - Il bullismo ed il cyberbullismo sono due fenomeni molto diffusi fra gli adolescenti. Fenomeni che, in alcuni casi, possono portare a compiere anche gesti estremi. Di queste tematiche si è discusso nel corso della tavola rotonda “Non cadere nella rete ma tessi una rete”, tenutasi al Teatro Sybaris di Castrovillari e promossa dal Polo Professionale Ipseoa Ipsia Da Vinci.

All'iniziativa, patrocinata daL Comune di Castrovillari, dal Movimento per la Difesa del Cittadino e dalla Commissione regionale per le pari opportunità, sono intervenuti diversi esponenti delle istituzioni, nonché esperti della materia. Ad aprire l'incontro, moderato dal giornalista Vincenzo Alvaro, è stata la Dirigente scolastica, Immacolata Cosentino, la quale ha sottolineato come l'Ipseoa Ipsia da Vinci sia da sempre una scuola molto attenta nell'affrontare questi fenomeni. Ha aggiunto, inoltre, quanto sia fondamentale che genitori, insegnanti, studenti e istituzioni la vorino in sinergia per creare un ambiente scolastico e sociale sicuro, rispettoso di tutte le identità ed inclusivo.

In particolare, ha voluto evidenziare uno dei problemi maggiori riscontrati dalle scuole, legato alla difficoltà dei genitori di comunicare con i propri figli e di dedicarsi integralmente alla loro educazione, che troppo spesso viene delegata alla scuola: «Nella scuola - ha aggiunto - può verificarsi, a volte, di non riuscire ad essere inclusivi nei confronti dei bulli, poiché, in alcuni casi, è determinante il supporto delle famiglie e delle istituzioni, per avere successo». La parola è poi passata al sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, il quale ha evidenziato come il problema del bullismo sia molto diffuso fra i giovani.

«L’Amministrazione di Castrovillari - ha ricordato Lo Polito - ha inteso attivare uno sportello di ascolto: "Eco non ha più voce"». «Il progetto “Eco non ha più voce” - ha spiegato la consigliera comunale, Pina Grillo - persegue l'obiettivo di creare una rete tra i ragazzi, le famiglie e le istituzioni. Crediamo - ha proseguito - che, in questa fase della vita dei giovani, sia indispensabile l'ascolto. Ritengo che la violenza sia un segnale della distorta capacità di gestire le proprie emozioni. All'interno delle scuole sono state poste delle cassette, all'interno delle quali è possibile depositare, in forma anonima, delle richieste di aiuto».

«Il bullo - ha spiegato nel suo intervento Rosa Cerchiara, Dirigente psicologa del Serd di Castrovillari - è una persona da prendere in carico, come la vittima. Il bullismo, infatti, è spesso espressione di un odio interiore». Sui dettagli tecnici dell'argomento si è invece soffermato l'ispettore della Polizia postale della Questura di Cosenza, Fabio Ferraro: «Siamo un corpo speciale della Polizia di Stato e ci occupiamo di rendere più sicure le vostre vite virtuali. In quest'ottica ci interessa molto la tutela dei minori». Secondo Ferraro, «non serve reprimere, ma fare prevenzione, ed quello di cui ci occupiamo nelle scuole». «Dobbiamo essere noi adulti - ha aggiunto - a dare, comunque l'esempio ai ragazzi. Il supporto che noi diamo alle famiglie è l'ascolto e cerchiamo di arginare la diffusione di contenuti multimediali all'interno della rete».

A collaborare a stretto contatto con la Polizia postale è il Movimento Difesa del Cittadino. «Il tema del cyberbullismo - ha affermato il coordinatore regionale, Giorgio Durante - viene affrontato dal Movimento insieme alla Polizia postale ormai da anni. Il bullismo che esisteva tanti anni fa aveva rilevanza all'interno del proprio quartiere. Oggi si è amplificato con l'avvento della tecnologia e questo rappresenta un problema. Per quanto riguarda il cyberbullismo, dal punto di vista legislativo, il nostro compito è quello di monitorare e sollecitare le istituzioni preposte a trovare soluzioni. Le istituzioni, però, non sono sempre presenti, a livello di supporto psicologico. Il mito della prepotenza è molto diffuso fra i ragazzi. Tutto questo si risolve - ha concluso - se si lavora insieme tutti quanti».

«Bisogna spezzare - ha dichiarato il Direttore della Casa Circondariale “R.Sisca”, di Castrovillari, Giuseppe Carrà - il silenzio su questi fenomeni, perché l'omertà rende complici. Non pensate che ciò che fate, a livello di bullismo e cyberbullismo, rimarrà impunito. Bulli non si nasce, ma si diventa per il condizionamento dell'ambiente e per la carenza di valori culturali. È importante che ognuno di noi si impegni per contrastare questo fenomeno». Carrà ha poi ricordato come il bullismo non sia una forma diffusa in carcere. «Tra detenuti si sviluppa, invece -ha detto - la solidarietà, che tende ad aiutare i più bisognosi».

Alla tavola rotonda non era presente, per impegni, la presidente regionale della Commissione Pari opportunità, Anna De Gaio, che ha comunque inviato un messaggio: «Ritengo - ha scritto la De Gaio - che il dialogo su questi temi debba essere fondamentale. Il nostro compito, come commissione pari opportunità, è lavorare insieme per costruire una società inclusiva». Particolarmente significativo è stato poi un passaggio dell'intervento del Procuratore capo presso il Tribunale di Castrovillari, Alessandro D'Alessio, il quale, parlando agli studenti, ha detto: «Ogni fenomeno di prevaricazione si regge sul silenzio, sulla connivenza e sulla complicità. È necessario riacquistare, dunque, il concetto di cittadino. I primi bulli - ha concluso - sono le istituzioni quando non fanno il loro lavoro; i primi bulli siamo noi quando non abbiamo la capacità di indignarci. Bisogna recuperare il rispetto delle regole».

Un'iniziativa di grande valenza sociale e culturale, a testimonianza della forte sinergia esistente tra il mondo della scuola e le istituzioni, che insieme contribuiscono a formare le future generazioni.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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