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L'opera buffa di Giovanni Pergolesi “La Serva Padrona” arriva al Castello Ducale

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CORIGLIANO-ROSSANO – Settimo appuntamento della IX edizione della Stagione concertistica Città di Corigliano-Rossano. Domenica 12 gennaio, presso il Castello Ducale è in programma “La Serva Padrona”, opera buffa di Giovanni Pergolesi su libretto di Gennaro Antonio Federico. 

L’evento, inserito nella kermesse organizzata dall’Istituto musicale Chopin diretto dal M° Giorgio Luzzi in collaborazione con il Conservatorio Paisiello di Taranto e con il supporto dell’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, e con il sostegno delle associazioni “Sinergie”, “Pro Loco Città di Corigliano”, “Castello di Corigliano Calabro”, “White Castle”, Poesia e d’intorni”, “Viva La Vida” di Sibari e di alcuni partner commerciali, avrà inizio alle ore 19.00 con ingresso libero.

Pergolesi è uno dei più eminenti musicisti appartenenti alla scuola napoletana del Settecento, molto seguita e osannata per molto tempo da musicisti come Mozart, Bellini, Rossini e tanti altri. Napoli, soprattutto nella seconda metà del Settecento, era il cuore pulsante di un filone di compositori in tutta Europa, la culla e il centro della produzione musicale di tutto il continente. 

Pergolesi compose la Serva Padrona nel 1733 e il debutto avvenne il 5 settembre nel teatro San Bartolomeo a Napoli, oggi una chiesa quasi abbandonata.

Sin dall’inizio ebbe molta fortuna e ancora oggi gode di ampio consenso nelle stagioni liriche di tutto il mondo per la sua leggerezza, la sua giocosità, facendone derivare anche varie riflessioni di carattere sociologico. 

La Serva Padrona narra del ricco e scapolo Uberto e delle intemperanze della sua serva Serpina, il cui carattere furbesco, irruento e prorompente mette a dura prova la flemmatica pazienza di Uberto, il quale in realtà, sebbene non tolleri la sfrontatezza di Serpina, nutre in fondo un sentimento affettuoso nei suoi confronti, poiché l’ha presa a sé anni prima sottraendola a una situazione poco dignitosa. Il personaggio che fa da trait d’union fra i due è il servo muto Vespone che si ritrova a dover assecondare ora l’uno ora l’altra, seguendo con molta attenzione lo svolgersi delle cose e le battaglie verbali tra Uberto e Serpina. Alla fine risulterà fondamentale per la risoluzione del contrasto fra i due: la serva diventerà padrona e Vespone il secondo padrone.

La Serva Padrona pone in generale una situazione in cui ancora oggi si può rispecchiare l’intreccio fra condizione sociale, danaro, seduzione erotica e convenzioni, che a distanza di trecento anni (e forse sempre) sono gli elementi che governano spesso la relazione fra gli uomini e le donne.

In questa occasione verrà proposta una versione accompagnata dal solo pianoforte, magistralmente suonato dal Mº Andrea Bauleo, che il Castello ha ospitato in altre occasioni. Serpina sarà interpretata dal soprano Rosaria Buscemi, Uberto dal baritono Alessandro Castriota Scanderbeg e il servo Vespone dall’attrice Graziella Spadafora. L’opera dura circa 40 minuti, si divide in due atti con un breve intervallo.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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