Co-Ro fa festa per "Il Serratore" e i suoi cento numeri
Il ruolo della memoria e l’importanza dell’avere radici al centro dell'evento che si è tenuto al Castello Ducale per festeggiare il numero cento della rivista bimestrale
CORIGLIANO-ROSSANO - Si è svolto ieri pomeriggio, nella cornice del Castello Ducale, nel centro storico di Corigliano, la presentazione della centesima uscita de Il Serratore, la rivista di storia, cultura e tradizioni di Corigliano-Rossano e della Sibaritide diretta da Giorgio Tricarico con l’intento di intessere un nuovo progetto.
E il progetto de “Il Serratore” è appunto quello di costruire, parafrasando Anna Maria Brunetti «una sorta di ponte» con la tradizione ma anche con le fantasie futuribili incidendo sul contemporaneo. La stessa, ha insistito sull’importanza rivestita «dall’avere radici, con la propria storia, e di richiamarla, per meglio comprendere il tempo presente e per meglio dirigerlo».
La stessa copertina, del numero cento della rivista, curata da Anna Romanello, ha il ruolo di suggerire al lettore attraverso l’immagine l’importanza delle radici. Anna Romanello che ha curato sapientemente la copertina della rivista grazie alla fotografia di Gaetano Gianzi, ha espresso attraverso il supporto iconico il concetto ripreso da Anna Maria Brunetti: «Le radici, come richiamano anche gli studi antropologici, nonostante si intersechino con altri rami, restano ancorate e nutrono la terra madre». Attraverso questa dichiarazione appare evidente l’importanza che riveste “Il Serratore” che ricorda ma resta aperto «a quel meglio che deve ancora venire» citato nel primo intervento dal presidente dell’associazione Giorgio Tricarico. Il presidente, in una cornice suggestiva, è stato il precursore, ripercorrendo la storia della rivista, del ruolo della memoria. Partendo dagli albori e ricordando Enzo Viteritti, ha visto nei «lettori appassionati e ferventi credenti della parola scritta quelle stesse radici che possono nutrire ancora di più questo progetto sostenendolo».
Di grande interesse l’intervento di Giuseppe Casciaro, che racconta, attraverso i ricordi, ciò che ha contraddistinto la sua vita: il legame con questa terra ringraziando Il Serratore, al termine del suo intervento: «Mi ha insegnato a ricordare». Partendo quindi dai suoi racconti di vita e dai suoi ricordi, in un’atmosfera intrisa di emozione e commozione, in «Ciò che mi manca» e nella sua lettura ripercorre i tratti salienti della sua vita «anche attraverso l’atto dello sfogliare le riviste del Serratore per meglio trovarsi».
Gli interventi di grande interesse, che partono dal presidente Tricarico, e che si susseguono cedendo la parola prima all’artista Anna Romanello, e poi ad Anna Maria Brunetti non fanno altro che celebrare e incorniciare il ruolo duplice rivestito dalla memoria e dalle radici in un climax di intensa emozione, soprattutto dopo l’intervento di Giuseppe Casciaro e dai lunghi applausi dopo queste suggestive digressioni narrativo-poetiche.
Il ruolo de “Il Serratore” profondamente coerente con ciò che auspica, si è espresso anche nel ricordare Francesco Dragosei, ripercorrendo la sua vita attraverso la sua passione per il Popolano, di cui è stato fondatore. Una passione trascinante e rievocata sapientemente da Mario Amica. Un lume, un giornale, e la carta stampata, e il susseguirsi dell’anima del personaggio che ha navigato tra questi mari d’inchiostro insistendo sull’importanza di «ricordare per scrivere e per vivere».
La presenza del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi che «non poteva mancare e negare l’importanza rivestita dalla rivista nella Sibaritide» ha fatto sì in uno degli interventi iniziali di sottolinearne la centralità.
Attualmente il bimestrale continua a svolgere un’opera di rievocazione e costruzione della memoria collettiva.
Gli accompagnamenti musicali hanno allietato la serata, lasciando il lettore e l’appassionato con la certezza di trovare tra le onde d’inchiostro, la propria casa.
(articolo di c.a.)