"Per Te Virgo Maria": il nuovo libro di testi e immagini sull'Achiropita
Quest'opera rappresenta un «documentario descrittivo di questo nostro patrimonio ancora oggi fitto di mistero e di storia», memoria e testimonianza di una personale condizione dell'animo degli autori Gennaro Mercogliano e Luigi Zangaro
CORIGLIANO-ROSSANO - “Per te Virgo Maria” è il titolo del nuovo libro di Gennaro Mercogliano e Luigi Zangaro dedicato all’icona dell’Achiropita, una selezione antologica di scritti critici e poetici accompagnata da una raccolta di preziose immagini legate al culto (nella nostra città) e alle varie rappresentazioni dell’Odigìtria in Italia e in Europa.
L’opera, edita da Grafosud e il cui titolo riprende l’iscrizione presente sulla facciata della Cattedrale di Rossano, comprende una prefazione a cura del co-autore Luigi Zangaro, un saggio del direttore dell’Università Popolare di Rossano, Gennaro Mercogliano, che racconta le vicende personali intrecciate ai fatti storici e religiosi, un saggio di Giuseppe Zangaro sul significato artistico e religioso delle icone, un discorso del canonico Giuseppe Ciconte e un’antologia di poesie.
«L’idea – racconta l’autore Gennaro Mercogliano - nasce da un aneddoto che lega me e Luigi Zangaro all’immagine dell’Achiropita. Mi raccontò, proprio davanti all’immagine della Madonna, che era in possesso di un documento del canonico Ciconte in cui viene ripercorsa la storia della devozione alla Santissima Achiropita nel Duomo di Rossano. Da lì nacque il progetto che ci ha portati alla stesura del libro».
Ma come si iscrive quest’opera nel complesso di studi già compiuti? E quali novità ci offre?
Secondo la ricostruzione fatta dall’autore, che ha cercato di penetrare il mistero legato al racconto e alla leggenda popolare dell’Achiropita che noi tutti conosciamo, l’immagine sarebbe frutto dell’ispirazione di un’asceta venuto dal vicino Oriente. Sempre secondo Mercogliano, «colui che eseguì l’affresco su pietra Theotókos nostra Madre Protettrice della Città, lo fece a seguito di un processo di perfezionamento ascetico compiuto attraverso un lungo periodo di digiuno e preghiera. Condizione che, favorendone la transumanazione, ponendo cioè l’artista fuori e al di sopra della condizione umana, consentiva a lui di ricongiungersi alla Essenza divina, così che questa rappresentasse, o meglio, iscrivesse se stessa, come Icona e non già come frutto della mano esecutrice dell’uomo».
E ancora, sulla committenza dell’immagine affrescata, scrive: «Pensai ancora che, se in assenza di documenti e di prove certe sono le opere d’arte a fare in qualche modo la storia, fosse stato il rossanese Benedetto Sanidega, il futuro pontefice Giovanni VII (dal 705 d.C. al 707 d.C.), di nobile genìa bizantina, il committente della straordinaria opera d’arte; lo stesso presule che si sarebbe fatto promotore della traslazione del vescovato a Rossano».
Perciò dietro l’appellativo Achiropita, e dunque dietro il suo significato “non dipinta da mano umana”, si nasconderebbe una storia d’arte e di profonda spiritualità.
La sua storia, suggestiva e popolare, continua ad appassionare l’animo di studiosi e devoti. I custodi di questi saperi riescono ad indagare, con uno sguardo sempre nuovo e da angolazioni sempre diverse, il mistero di un racconto che sembra inesauribile.
Con quest’opera si arricchisce, ancora una volta e grazie al suddetto contributo scritto, il patrimonio storico e tradizionale di una comunità che ci auguriamo continui ad essere sempre attenta al suo passato e propositiva rispetto al futuro.