Le nuove generazioni sanno ancora emozionarsi ed emozionare... e chiedere aiuto
Alessia Lapietra vince la 35esima edizione del concorso "Maria Gaetana Geraci" promosso dal Kiwanis Corigliano con un elaborato che è una esplicita richiesta d'aiuto alle generazioni passate per disinnescare la bomba sociale del presente
CORIGLIANO-ROSSANO – Ci sono ancora valori, ci sono ancora ideali, c’è ancora voglia di emozionarsi e di emozionare, c’è ancora luce nel cuore dei giovani. E questa non può che essere una bella notizia in un mondo in cui tutto sembra bardato e sigillato dai paletti monocromatici dell’indifferenza. La 35esima edizione del concorso “Maria Gaetana Geraci”, promosso dal Kiwanis Club di Corigliano, nelle trame del ricordo e della memoria, è stato uno di quei momenti in cui quella luce è venuta fuori. Oltre 150 temi, elaborati dai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado dell’Alto Jonio calabrese, hanno permesso di togliere fuori e capire quello che c’è nell’animo delle nuove generazioni, dei post millennial.
Domenica sera al Castello Ducale a Corigliano centro storico la cerimonia di consegna dei premi alla presenza dei vertici del Kiwanis, guidati dal presidente Giovanni Mastrangelo, della giuria, presieduta dalla docente Adele Servidio, che ha valutato i lavori dei ragazzi e di una folta e attenta platea.
Il lavoro di Alessia Lapietra, classificatosi al primo posto per la categoria “scuole superiori”, è un po’ la sintesi di quelle emozioni che continuano a vivere nel profondo dei nostri ragazzi e che, purtroppo, la frenesia della società moderna e le abitudini del consumismo, spinto ai livelli massimi, stanno sopprimendo
Una lettera, quella di Alessia, al nonno che non c’è più. Uno scritto in retrospettiva senza ricordi né nostalgie personali ma emozionante per una richiesta di aiuto che i ragazzi di oggi lanciano in forma retroattiva alle generazioni passate. Un tempo si scrivevano lettere al futuro per cavalcare i sogni del successo. I ragazzi di oggi, quelli che sono stati costretti a vivere in una società soffocante, cattiva, indifferenze e violenta, invece si rivolgono al passato per chiedere a chi c’è stato prima di loro qual è il codice per disinnescare la contemporaneità così da poter costruire un mondo migliore.
Così Alessia, commuovendosi e commovendo la platea della Sala degli Specchi, nella sua lettera al nonno - Franco Fortunato, uomo di folgorante prospettiva, la cui umanità e nobiltà d’animo hanno travalicato i confini del tempo - ha ricordato la sincerità di Mimmo Lucano e le tragedie dei mari; ha dato memoria alla migrazione dei popoli in cerca di futuro e quei territori del mondo in cui la bomba della fame, dell’odio, della divisione totale sono deflagrate uccidendo il futuro di tantissimi giovani; ha onorato le prime donne della Repubblica e della sua Calabria rivolgendo un incessante e continuo “Perché” al passato con una paura incessante che quella malasorte, quelle bombe sociali, che oggi e da decenni ormai colpiscono il sud del mondo, prima o poi, possano iniziare ad esplodere qui a casa nostra, trovando una generazione di donne e uomini impreparata, distratta e oppiata per i quali la sola soluzione sarà quella di scappare via per sempre. Senza più ritorno.