Cassano Jonio: il centro studi Cresesm propone l'attivazione di un "Passaporto culturale"
Tale strumento consentirebbe una maggiore e più approfondita fruizione dei beni culturali che insistono sul territorio del comune di Cassano così da facilitare e incentivare giovani, famiglie, studenti, studiosi e ricercatori
CASSANO JONIO - È auspicabile istituire il “Passaporto culturale” per una maggiore e più approfondita fruizione dei beni culturali che insistono sul territorio del comune di Cassano? È quanto propone il Centro studi Cresesm.
«Veramente lodevoli – riporta la nota - le recenti iniziative intraprese dal direttore del Parco archeologico di Sibari Filippo Demma, tutte tese, da una parte, alla maggiore conoscenza e fruizione del Parco archeologico di Sibari, composto dal Museo nazionale archeologico della Sibaritide, dall’Area archeologica di Sibari-Thurii-Copia e dal Museo archeologico nazionale di Amendolara, mentre dall’altra tendenti a realizzare una utile, virtuosa e concreta sinergia tra i 59 siti archeologici calabresi di maggiore pregio, per sviluppare e diffondere la conoscenza della storia, dell’archeologia e della cultura antica in generale».
«Intanto – proseguono -, in conseguenza di tale dinamismo manageriale e di apprezzabile impegno dimostrato da Demma in direzione di una maggiore fruibilità da parte dei vari segmenti della società civile, viene proposta una ulteriore iniziativa che potrebbe intendersi come “complementare” a quelle già avviate. Si tratta di redigere un “Passaporto culturale” che consentirebbe una maggiore e più approfondita fruizione dei beni culturali che insistono sul territorio del comune di Cassano. Tale “Passaporto” faciliterebbe e incentiverebbe giovani, famiglie, studenti, studiosi e ricercatori di poter approfondire la conoscenza dei beni culturali del proprio territorio, come musei, monumenti, biblioteche, archivi storici e simili».
Le autorità locali riusciranno a mettersi d’accordo nell’adottare il “Passaporto culturale” con biglietto d’ingresso ridotto per i visitatori? «L’idea-progetto – spiegano - è stata avanzata, nell’ambito del Centro studi CReSESM (Centro di Ricerche e Studi Economici e Sociali per il Mezzogiorno - Lauropoli), da un gruppo di studio costituito da docenti, giornalisti, dirigenti scolastici, artisti, cittadini che hanno a cuore lo sviluppo del proprio territorio anche sotto il profilo della conoscenza e della promozione dei propri beni culturali».
«A Cassano, infatti, c’è da visitare la Basilica Minore Pontificia Cattedrale “Santa Maria del Lauro”, - fanno rilevare gli esponenti del Centro studi Cresesm - realizzata sotto la dominazione normanna, dalla facciata costruita sotto il Vescovo Coppola nel 1795; il Museo diocesano di arte sacra, inaugurato nel marzo 1991, che custodisce opere del ‘500 di Pietro Befulco, opere di Pietro Negroni, Felice Sanvitale, Francesco Antonio Algaria, ed altri; la Biblioteca diocesana, che conserva oltre 28.000 volumi e quasi cento testate tra quotidiani, mensili, periodici e settimanali, suddivisi in sezioni tematiche che trattano di Teologia, Sacra Scrittura, Patristica, Arte, Storia della Chiesa, delle religioni, del Cristianesimo; l’Archivio storico diocesano, con documenti di rilevanza storica relativa alla istituzione delle varie parrocchie della diocesi; la Biblioteca del seminario diocesano, che raccoglie volumi su varie discipline umanistiche e religiose, oltre alla Biblioteca civica, ubicata nella vecchia sede del Palazzo di Città -da tempo inibita al pubblico per un solaio non in sicurezza- che annovera una nutrita raccolta di numerosi e pregevoli volumi; il Santuario Abbazia di Maria Santissima della Catena: la chiesa presenta tre portali contornati da cornici fregiate, mentre sul portale centrale è riprodotto lo stemma del Cardinale Serra la navata centrale si sviluppa su cinque arcate poggianti su colonne ottagonali, coronate da capitelli corinzi; il complesso carsico delle Grotte di Sant’Angelo, (2.563 metri) dove è stata registrata la presenza dell’uomo nel Neolitico Medio e costituisce un sito interessante per lo studio della preistoria, della storia, delle testimonianze archeologiche; le Terme sibarite le cui acque cono classificate come ipotermali solfuree mediominerali, e vengono utilizzate per bagni, fanghi, inalazioni, insufflazioni, irrigazioni, idromassaggi e sono indicate per curare affezioni artroreumatiche, affezioni dell’apparato respiratorio, sordità rinogena e affezioni ginecologiche, oltre ad altri servizi compreso il centro SPA (Salus per aquam)».
«A Sibari, invece, l’offerta storica e archeologica sarebbe più ampia e variegata perché l’antica colonia della Magna Graecia ci farebbe rivivere l’epoca dell’antica Grecia con Sibaris e Thurii e della civiltà romana con la presenza di interessanti reperti di Copia. Da non perdere il Parco archeologico di Sibari, composto dal Museo nazionale archeologico della Sibaritide, dall’Area archeologica di Sibari-Thurii- Copia e dal Museo archeologico nazionale di Amendolara: recandosi ad Amendolara si può cogliere l’occasione per visitare il famoso Museo delle conchiglie».
Alcuni operatori culturali hanno dato già la propria adesione. A breve registranno i vari interventi.