La donna vittima e carnefice, custode e combattente della 'ndrangheta. Longobucco si apre alla cultura della consapevolezza - VIDEO
Ieri sera è stato il magistrato Marisa Manzini ad aprire la rassegna culturale "Libri nel Borgo" con la sua ultima opera letteraria che è un insegnamento pedagogico sul mondo della criminalità organizzata in salsa calabrese
LONGOBUCCO - Donne Custodi, Donne Combattenti - La signoria della 'ndrangheta su territori e persone, apre con l'ultimo lavoro letterario del magistrato Marisa Manzini, sostituto procuratore generale di Catanzaro, la prima rassegna letteraria "Libri nel borgo" organizzata e promossa dall'Amministrazione comunale di Longobucco, guidata dal sindaco Giovanni Pirillo, insieme al consigliere comuale Erminia Madeo e con la preziosa collaborazione della giornalista Mariarosaria Rizzuti.
Le storie e gli aneddoti, i fatti e le testimonianze, ma anche i riti e i rapporti di genere, il ruolo della femmina all'interno criminalità organizzata in salsa calabrese. Un viaggio pieno e intenso quello che fa il magistrato all'interno del suo libro che - di fatto - diventa un manuale per conoscere la "cultura" della 'ndrangheta (e per evitarla) e le sue sfaccettature sociali, con uno scritto leggero e accessibile che diventa pedagogico. Un vero cammino nella cultura della consapevolezza
Incalzante e piacevole il dialogo che ne è venuto fuori per oltre un'ora tra il sostituto procuratore generale di Catanzaro ed il direttore dell'Eco dello Jonio, Marco Lefosse, davanti ad una platea attenta e coinvolta di cittadini che si è ritrovata nella sala del Consiglio comunale del centro capoluogo della Sila greca.
«La cultura è incontro e confronto, e parte necessariamente dai libri. E lo facciamo proprio dal massimo luogo di espressione della democrazia, della libertà e della legalità», sottolinea la consigliera delegata alla Cultura, Erminia Madeo.
Il magistrato Marisa Manzini arriva a Longobucco il giorno dopo la Giornata contro la violenza sulle donne con un'opera ultima che parla al femminile, tracciando i disvalori che la donna conserva all’interno dell’organizzazione criminale della 'ndrangheta.
Presenti all’incontro il comando della locale stazione dei carabinieri, il neo-parroco di Longobucco, don Pino Straface, e rappresentanti del tessuto politico, culturale e sindacale longobucchese. Al magistrato, raccontando della tradizione tessile che caratterizza Longobucco, è stato mostrato il “punto del giudice”, una particolare lavorazione dei tessuti tipica del posto, e dedicata - secondo leggenda - alla scarcerazione di un figlio accusato ingiustamente.
Il sindaco Giovanni Pirillo ha fatto dono della tradizione tessile locale al magistrato, omaggiandola di un capo di artigianato lavorato a mano e raffigurante una donna dedita al lavoro al telaio. «Doveroso - ha detto il primo cittadino - un ringraziamento alla dottoressa Manzini per l’incessante lavoro sul territorio calabrese, che si fregia di figure di spessore come la sua. A lei, e a tutta la Magistratura, noi amministratori comunali dobbiamo garantire piena collaborazione sui territori».
Intanto la rassegna "Libri nel Borgo" prosegue con altri due appuntamenti. Il prossimo 3 dicembre sarà la volta di "E vissero tutti felici e distanti" di Marcello Romanelli che dialogherà con la giornalista di Gazzetta del Sud, Anna Russo e poi, ancora, l'11 dicembre con "Il tempo che resta" l'ultimo romanzo, fresco di stampa, del Luogotenente Ettore Caputo che dialogherà con la giornalista Mariarosaria Rizzuti.