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Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio, il feudo dell'Arso e la torre stellata

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MANDATORICCIO –  Con un salto indietro nel tempo, ci siamo seduti in paesaggio naturalistico e architettonico che era ed è tutt’ora, uno spettacolo. Abbiamo immaginato i sapori, i colori, la cui attenzione alla descrizione della tonalità, ce li hanno fatti balzare agli occhi. Abbiamo “conosciuto” la gente che ha calpestato la terra su cui abbiamo poggiato i piedi, e che continua ad essere, tramite il ricordo, e le azioni tradotte anche materialmente, come la torre in cui ci siamo ritrovati.

Tutto questo è avvenuto il giorno di presentazione del libro del Professore Franco Emilio Carlino, ‘’Mandatoriccio. Il feudo dell’Arso e la torre stellata’’, proprio nel luogo di ambientazione dello stesso, e alla presenza della padrona di casa, la signora baronessa Angela Toscano Mandatoriccio Mascaro.

Il volume - prodotto dalla  dalla storica casa Editrice di Cosenza, Luigi Pellegrini -  è articolato in sei capitoli e due sezioni fotografiche. La prima dedicata a Mandatoriccio con le più belle e suggestive foto del Borgo e la seconda al castello o Torre dell’Arso. A completamento dell'opera storiografica, c'è una ricca bibliografia e sitografia, la bibliografia dell’autore ed un indice ragionato onomastico, toponomastico e delle cose notevoli.

Il tentativo di far rivivere il feudo dell’Arso, storicamente, culturalmente e socialmente, è testimoniato anche dalla volontaria rinuncia ad una prefazione secondo la tradizione editoriale sui contenuti del volume, per dare spazio ai ragazzi di Fiuminarso - comitato per eventi culturali  - in modo da far comprendere i loro pensieri, ideali e obiettivi.

L’opera conclude un lungo percorso storiografico e di documentazione ricco di soddisfazioni personali dell'autore, ma anche della stessa casa editrice e della famiglia Toscano Mandatoriccio Mascaro, da sempre vicina al professore Carlino, e sostenitrice del suo ammirevole e difficile lavoro.

L'autore riassume le motivazioni della sua pubblicazione in due parole: desiderio e ragioni. «Per quanto riguarda il desiderio, io credo che chiunque ha voglia di conoscere a fondo le proprie origini e le vicende e le influenze storiche che lo hanno riguardato, e questa voglia è sostanza della nostra ragione, che non ci deve mai abbandonare, anzi va sostenuta e alimentata continuamente allo scopo di fare memoria comune del nostro passato per immaginare positivamente il nostro futuro. Le ragioni che mi hanno persuaso a realizzare la presente pubblicazione sulla Torre stellata dell’Arso sono quelle di gratitudine verso la mia terra nella quale rimangono depositati gli affetti, le amicizie e i ricordi personali di una vita; la volontà di chiudere il cerchio delle mie pubblicazioni su Mandatoriccio con uno studio dedicato esclusivamente alla Torre dell’Arso; l’irresistibile attrazione e la suggestione che questa struttura medioevale da sempre esercita sulla mia fantasia, stimolandone il profondo desiderio di conoscere i suoi segreti e i misteri della sua storia probabilmente millenaria ed infine quella di provare una grande riconoscenza nei confronti della stessa Torre che personalmente ho sempre considerato come qualcosa di non distaccato, ma di familiare, che ti trasmette sicurezza, sollievo e protezione. La sua austerità ti tranquillizza. Sensazioni che personalmente ho sempre percepito e continuo ad avvertire ogni qual volta ritorno al mio paese. La Torre, che padroneggia sul tratto di mare ancora incontaminato del litorale mandatoriccese, diventa, infatti, il primo concreto elemento di riferimento che incontri lungo la strada di ritorno, motivo per il quale avverti emozioni indescrivibili, poiché ti dà la fondata consapevolezza di essere giunto finalmente a casa». 

Ci troviamo quindi, di fronte ad un'opera senza confini, una sfida; alle esposizioni dei contenuti del volume, si è accompagnata infatti, l'idea dell'Arso come punto di riferimento e partenza per un turismo vagante. Quest'ultimo, porterebbe ai Comuni circondari – storicamente, culturalmente e morfologicamente vicini – quali Pietrapaola, Cariati, Savelli, Rossano, Calopezzati, alla riscoperta dei legami identitari esistenti, o alla creazione di nuovi.

Quella di Carlino è una conoscenza non fine a se stessa, utilizzata per onorare la comunità, ma anche come mezzo di progressione della stessa. Le numerose attestazioni sulla torre, sembrano gridare: «Noi ci siamo». E il professore ha saputo sentire queste voci, nel silenzio. Con la lettura di questo libro possiamo rispondere loro, possiamo fonderci ad esse, rafforzandole. Solo così potremmo capire il legame identitario dello scrittore col suo luogo natio, e portarci dietro gli eventi, le genti, i costumi dell’Arso e dei luoghi che Carlino sapientemente studia e plasma per noi sotto forma di parole, pur tornando ognuno, nelle proprie mura di ‘’casa’’.

L'autore conclude la cerimonia - avvenuta davanti ad un considerevole e curioso pubblico - così: «Con questa pubblicazione, mi auguro che la Torre e questo luogo possano trovare la giusta dimensione per diventare strumento di crescita e punto di riferimento per il territorio. Auguri a Giulia, a Benedetta e a tutti i ragazzi di Fiuminarso».

Virginia Diaco
Autore: Virginia Diaco

Studio materie umanistiche e amo scrivere. Ho ricevuto diversi riconoscimenti in ambito letterario, tra cui il V Premio Internazionale di poesia “Giovanni Bertacchi” con la poesia “Preghiera alla vita che toglie vita” e la Menzione della Giuria nella prima edizione del Concorso Letterario Internazionale “Il Viaggio” con la poesia “Consumato negli occhi”. Attraverso le parole esprimo il mio mondo, grazie ad esse conosco quello altrui. Lo scopo più forte che sento di avere è quello di rendere giustizia - quanto più possibile - alla bellezza, all’arte e alle vulnerabilità sociali.