Il sapore fortemente iconico della liquirizia Amarelli emerge nelle opere di Santiago Ydañez
La provocazione di Oicofobìa, l'evento organizzato da Otto Torri sullo Jonio, ha dato vita alle suggestive opere dell'artista spagnolo che resteranno esposte presso il Concio della Fabbrica Amarelli fino ad agosto
CORIGLIANO–ROSSANO – Quella di Oicofobìa è stata un’impresa che, se da un lato portava una benefica ventata di internazionalizzazione culturale nel territorio, presentava dei rischi, perché l’artista Santiago Ydañez ha colto una provocazione, non da poco: creare capolavori su tela, usando invece dei colori ad olio, la liquirizia Amarelli, ormai un’icona in tutto il mondo.
L’arte della storica Fabbrica calabrese unita al talento del pittore spagnolo, grazie all’impegno dall’associazione Europea Otto Torri sullo Jonio, che è stata trait d’union tra le due eccellenze, lascia così un segno indelebile su tele finemente dipinte, attraverso le quali, ammirandole, si respira la forza del messaggio da cui hanno avuto origine, il concetto profondo di origine e appartenenza, vissuto in diversi modi.
«Santiago Ydañez è un artista a cui piacciono le sfide. Sapevo che la sua arte e la Fabbrica di Liquirizia Amarelli sarebbero state un binomio vincente».
È quanto ha dichiarato nel corso dell'evento inaugurale svoltosi sabato 9 luglio, Maria Jesus Martinez Silvente, docente di arte e vice rettore dell'Università di Malaga, curatrice dell'esposizione artistica, visitabile da sabato scorso nel Concio Amarelli e realizzata nell'ambito dell'evento Oicofobia, promosso dall'associazione europea Otto Torri sullo Jonio in occasione dei suoi primi 25 anni (1997-2022) di impegno e provocazioni sui territori.
«Santiago - ha spiegato la Martinez - interviene in spazi al di fuori del circuito artistico e li trasforma. Nonostante questa terra gli sia molto familiare per gli ulivi, la cucina ed il paesaggio, è riuscito a cogliere qualcosa di nuovo. È stato come a casa sua».
«Per l'Esposizione nella Fabbrica Amarelli - ha sottolineato il vice rettore UMA - l'artista ha dipinto immagini con la liquirizia, che é un materiale extra artistico, per collegare la tradizione con il moderno, le radici (in tutti i sensi) con l'arte. In maniera simbolica, abbiamo voluto estirpare le radici contro l'oicofobia, dare importanza alle radici di questo territorio e convertirle in protagonisti della mostra».
«I soggetti, i temi che ha dipinto per Oicofobia, sono ispirati da questa terra, in cui l'oicofobia è un male che a volte soffriamo. L'arte vuole servire da antidoto per combatterla e, dall'Università di Málaga e con il lavoro di Ydañez, abbiamo voluto fare la nostra piccola parte».
«Ringraziamo il direttore Lenin Montesanto, la Famiglia Amarelli, l'associazione Europea Otto Torri sullo Jonio e tutti i partner istituzionali e privati che hanno creduto nel nostro progetto. Che continuerà a produrre effetti e provocazioni. Siamo solo all'inizio».