Fede, lavoro e dignità: Schiavonea celebra il Giubileo dei Marittimi
Venerdì 12 dicembre la Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro accoglie il Giubileo Diocesano dei Marittimi: una celebrazione che diventa racconto di una vita fatta di sacrifici, solitudine e coraggio, ma anche di comunità e speranza
CORIGLIANO-ROSSANO - C’è un tratto di umanità che vive in mare, a bordo di pescherecci, di navi merantili, di famiglie che respirano il mare come destino più che come panorama. Sono donne e uomini che hanno fatto dell’acqua una casa e del vento una compagna. È a loro che l’Arcidiocesi di Rossano-Cariati dedica il Giubileo Diocesano dei Marittimi, in programma venerdì 12 dicembre presso la Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro.
Un appuntamento che, pur dentro il calendario del Giubileo Ordinario, assume qui il sapore di un gesto concreto di vicinanza verso un mondo che sostiene l’economia, la tradizione e l’identità di interi territori, e che troppo spesso rimane invisibile.
La giornata inizierà alle 9 con la celebrazione del Sacramento della Confessione, primo passo di quel cammino di riconciliazione che è cuore di ogni Giubileo. Alle 10, presso il Monumento a San Francesco di Paola – patrono della gente di mare – nella zona portuale di Schiavonea, la comunità si radunerà per muovere insieme verso la Capitaneria, in un gesto simbolico che unisce fede, tradizione e identità marittima. Alle 10.30, poi, la Santa Messa Giubilare, presieduta da S.E. Mons. Maurizio Aloise, suggellerà l’evento.
Il Giubileo è tempo di grazia, di misericordia e di ritorno all’essenziale. Ma per chi vive sul mare assume un valore ancora più profondo: diventa carezza spirituale a una categoria che conosce la solitudine delle lunghe notti in navigazione, il sacrificio dei ritmi duri, l’incertezza del lavoro e il peso delle responsabilità familiari.
L’Apostolato del Mare, guidato da don Giuseppe Ruffo, sta lavorando da anni per portare la Chiesa nei luoghi in cui si lavora e si fa fatica: sui pontili, nelle banchine, dentro le sale operative, nei cuori delle famiglie che aspettano. Non solo celebrazioni, dunque, ma prossimità reale, uno “stare accanto” che restituisce dignità a chi spesso vive lontano dai centri decisionali e dalle narrazioni pubbliche.
Il Giubileo dei Marittimi sarà un momento di preghiera, certo, ma anche un’occasione per ricordare ciò che questo mondo rappresenta per la Sibaritide e per la Calabria: economia, identità, cultura, sacrificio. Un patrimonio umano che merita attenzione, ascolto e politiche che lo riconoscano e lo tutelino.