Il talento di Lorenzo Scorza in scena al Paolella il 3 e il 4 maggio
La rivisitazione in chiave contemporanea dell'Inferno dantesco ideata dal giovane artista rossanese, che a 3 anni già suonava la batteria con nonno Umberto e a 17 è regista di un musical da non perdere
CORIGLIANO-ROSSANO – L’emozione di Lorenzo è palpabile, anche se gli occhi brillano di gioia, in questo pomeriggio in cui si sta svolgendo la conferenza stampa, al Gattopardo, di un evento che ha già registrato il sold-out il tre maggio, data della prima e già quasi tutto pieno per la secondo data, prevista per il quattro maggio al Teatro Paolella nel centro storico di Rossano, dove andrà in scenda il musical Inf3rn6.
Parliamo di Lorenzo Scorza, 17 anni, un animo talentuoso che si nutre di creatività, da sempre. Figlio di giovani imprenditori di Rossano, che da sempre lo hanno sostenuto: «Sin da piccolo organizzava scenette per la famiglia, e curava ogni dettaglio da solo, dalle luci alla scenografia, alle musiche – ci dice Maria Grazia Scigliano, madre del giovani regista – e quando creava, era sempre felice».
Si parla di una propensione artistica prorompente perché Lorenzo ha ideato, progettato e messo in scena lo spettacolo, una rivisitazione dell’Inferno dantesco in chiave contemporanea, nel giro di due mesi. Coinvolto 26 artisti giovanissimi, tra cui gli attori Teresa Avena Brunetti, Giovanni Graziano, i tecnici e backliner Mattia de Vincentis, Davide Romano, il tenore Bina Viscovo, docente di canto lirico presso il Conservatorio di musica "Nino Rota" di Monopoli, in collaborazione con la scuola di danza Il Ritmo del successo di Rossano.
Casting e poi, prove su prove, senza sosta, ma il giovane regista rossanese non sembra affatto stanco: «Quando ho il moto creativo non posso fermarmi, la mia giovane età a volte mi penalizza, perché vedo che le persone pensano che sono “piccolo” per creare così tante cose – ci dice Lorenzo – ma io sono felice quando creo, per me è naturale».
Lorenzo Scorza a 3 anni è iscritto alla scuola di batteria da nonno Umberto, musicista anche lui da sempre e imprenditore. Con il nipote c’è un feeling artistico immediato, che la famiglia non frena: «Questo spettacolo lo dedicato ai miei nonni, i miei più grandi sostenitori, Rosaria e Umberto sempre con me e i nonni scomparsi da un po', Sarino e Rosetta. Mi hanno insegnato il valore della famiglia, che porto con me sempre e mi sostiene».
Bravo a scuola, frequenta il liceo artistico, il suo sogno è quello di entrare all’Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio d'Amico, il top universitario del settore cinematografico. Negli occhi porta la determinazione di chi è consapevole di farcela e il sole del sud: «Se penso a tutto quello che ha ideato e creato sin da piccolo, quasi penso che è molto più grande della sua età – ci racconta il padre Maurizio – un mix di arte con uno spiccato senso organizzativo imprenditoriale, Lorenzo oltre ad avere una creatività che non ha mai fine, ha una grande disciplina e tenacia. Quando lo guardo e lo vedo felice di esprimere la sua arte, penso che in fondo, questa è la mia più grande soddisfazione». Papà Maurizio, mentre ci dice queste parole, si emoziona un po'.
Perché Lorenzo è un leader, raggruppa tutti coloro che gli stanno vicino e indica la strada, sul palcoscenico come nella vita, lasciando già un segno evidente, da giovane talento qual è. E di strada, ne siamo certi, Lorenzo ne farà moltissima.