Paludi, conclusa l'anteprima del Festival delle Spartenze: riflessioni, spettacoli teatrali e tanto altro
Dall’incontro-dibattito su spartenze, restanze e ritorni allo spettacolo su Dante; dalla lectio magistralis sul cinema alla Notte dei ricercatori italiani nel mondo. Nuove tappe ci saranno fra novembre e febbraio
PALUDI - La prima tappa del Festival delle Spartenze 2021 è appena conclusa e già si fanno i primi resoconti. Spunti, riflessioni e tante emozioni in un fine settimana uggioso ma non troppo tra le colline di Paludi e Cropalati e i centri storici di Corigliano-Rossano.
Grande presenza di pubblico, ma anche grossa partecipazione in diretta streaming attraverso i canali social sui quali sono andati in onda i principali incontri. Senza dimenticare che tutte le attività di "Aspettando... (con Dante) il Festival delle Spartenze 2021" sono state attentamente seguite dai giovani partecipanti del Campus ASSuD, 11 giovani studenti del Polo liceale "San Nilo" di Corigliano-Rossano, che, sotto la supervisione di Marianna Bruschi e Guido Bosticco, sono stati i cronisti che hanno raccontato le giornate del Festival. Di fatto, attraverso una dozzina di articoli pubblicati sul magazine online https://medium.com/piccole-spartenze-ritorni hanno raccontato il Festival, offrendo una loro personale lettura dei temi e intervistando i protagonisti.
Di grande valore culturale e con importanti spunti è stato l’evento "Per un possibile Ritorno all'osso dell'Italia" del pomeriggio del 29. Un interessante incontro-dibattito su spartenze, restanze e ritorni nelle aree del margine. Un incontro voluto fortemente dal Direttore del Festival, Giuseppe Sommario, per ragionare su come le aree interne (soprattutto quelle del Sud) possano diventare polpa, sulla necessità di azionare quello "sguardo invertito" capace di portare la marginalità al centro, di attivare la localizzazione al posto della mondializzazione. Combattere lo spopolamento con le frontiere aperte, ma non solo. L'europarlamentare Laura Ferrara ha parlato del bisogno di una progettualità che preveda competenza e formazione. Il consigliere regionale Gianluca Gallo ha suggerito un potenziamento dell'agricoltura nelle aree interne, gli investimenti regionali prevedono, con risorse straordinarie, aiuti per gli imprenditori che investono in comuni con 2.000 abitanti, invertendo la rotta dopo anni di politica nazionale che ha favorito l'emigrazione da Sud a Nord e ha scoraggiato l'insediamento nelle regioni meridionali.
Con Giovanni De Vita, consigliere d'ambasciata alla Direzione generale degli italiani all'estero, si è affrontata l'altra questione tanto a cuore del Festival: il Turismo delle radici. Vicini alla formulazione di un identikit del turista ideale che viene in Italia alla scoperta delle aree rurali e della sua storia familiare, è necessario essere pronti a fornire i servizi essenziali richiesti, come quelli per la ricostruzione del proprio passato.
Ad arricchire la riflessione gli interventi della geografa Sandra Leonardi e dell'antropologo Vito Teti: la prima, da un lato, ha dato un quadro drammatico della fruizione culturale nelle aree interne, assumendo come indice le biblioteche attive, dall'altro, si è detta convinta che l'Italia dell'osso può salvarsi con interventi che partono dal basso e con forme di turismo come quello di prossimità. Teti invece ha parlato di una nostalgia come sentimento del presente, capace di generare nuovi modi di stare insieme, di prendersi cura dei luoghi ridandoli nuovi significati.
L'incontro si è chiuso con la testimonianza di una pratica virtuosa di ritorno e rigenerazione (quella di "Nido di seta" a San Floro, CZ) e con l'annuncio di una scuola di politica dedicata alla cura del territorio lanciata dal filoso del diritto Tommaso Greco. La scuola curata da Greco e dall'Associazione AsSud, sarà residenziale e sarà inaugurata nella prossima edizione del Festival.
La sera di sabato 30, a Cropalati, il teatro comunale gremito ha seguito, emozionandosi e divertendosi, la Divina Commedia declamata in vari dialetti italiani. La presenza scenica di Antonio Damasco e la possente voce di Cecilia Lasagno, che si accompagna con l'arpa, hanno letteralmente conquistato il pubblico con il loro spettacolo Dante Popolare. Invece, al mattino, la Lectio magistralis "Il cinema come strumento di didattica linguistica" del professor Fabio Rossi, professore ordinario di Linguistica italiana presso l'Università di Messina, nell'Aula Magna del Liceo Classico "G. Colosimo" è stato un momento di formazione per i liceali che hanno scoperto un nuovo modo di guardare i film, affrontando l'ascolto delle battute con l'orecchio di un linguista.
La domenica, dopo la visita mattutina a Castiglione di Paludi, è stato il giorno dell'evento tanto atteso, la Notte dei Ricercatori Italiani nel Mondo. Al Centro Polifunzionale di Paludi, si è tenuto il convegno "Il Dante delle Spartenze, le spartenze di Dante". I relatori sono stati invitati a riflettere sui passi delle opere dantesche in cui emerge la nostalgia per Firenze, e il suo conseguente desiderio di ritornare a casa, il dolore per l'esilio, la mancanza del contatto con il corpo dei cari e l'essere in relazione a distanza: desideri, nostalgie e dolori che occupano molta parte della vita degli italiani e degli italodiscendenti che vivono all'estero.
Il momento tanto atteso è stato l'intervento del linguista e filologo Luca Serianni, che a più riprese ha incantato il pubblico con profonde suggestioni, ma con la semplicità dei più grandi studiosi. Partendo dal racconto dell'esilio di Dante, le riflessioni del prof. Serianni hanno spaziato su vari punti, dall'importanza del dialetto e la necessaria consapevolezza dei parlanti, senza tralasciare uno sguardo al mondo educativo attuale, rivolgendo un monito agli insegnanti a essere formatori entusiasti e ammalianti.
Altrettanto coinvolgente la lectio del prof. Fabio Rossi sul De vulgari eloquentia di Dante e le relazioni sul concetto del luogo di nascita e la separazione di chi va via di Vincenzo Piro (Università Parigi 1 Panthéon Sorbona – Francia); della concezione dell'uomo in Dante di Giovanna Caruso (Università di Greifswald – Germania) e del rapporto tra Dante e Domenico Mauro di Giovanni Braico (Università di New York – USA).
La Notte si è conclusa con i saluti del Direttore artistico del Festival, Giuseppe Sommario, che, fortemente emozionato per gli illustri ospiti della sesta edizione, ha invitato il pubblico a continuare a seguire le attività del Festival nella sua sesta edizione, che vedrà nuove tappe fra novembre e febbraio 2022 in Calabria e in altre regioni italiane.
«Vogliamo imparare ad invertire lo sguardo e, per citare ancora Dante, diversamente da quanto fecero Farinata e "i suoi", vogliamo cercare di apprendere l'arte del ritorno. Solo così possiamo ritornare a casa, come dice il Poeta, con altro vello, con altra voce, un altro sguardo (invertito). Uno sguardo capace di (ri)vedere la polpa antica, le tante stelle che abitano ancora l'osso dell'Italia», ha dichiarato soddisfatto il Direttore Giuseppe Sommario, rinnovando l'appuntamento alle prossime tappe del Festival delle Spartenze 2021.