di SAMANTHA TARANTINO Giovani, alcol e rock and roll. No, non è il titolo di un film, ma uno squarcio doloroso della nostra società falsamente perbenista. Capodanno è passato e si è portato con sé feste, cenoni e quattro salti in pista. E le piste della Sibaritide nella notte di san Silvestro erano affollate, gremite. Nonostante il freddo gelido della notte. Una notte brava, come le certe notti di Ligabue, all’insegna del divertimento e del non pensare,in cui ci si perde andando fuori di zucca per lo sballo, quello fatto di alcol e droga. Una statistica allarmante porta a livelli elevati il consumo di eroina (da fumare e non da iniettare) che sembra essere diventato il primo step per molti giovani, sostituendosi addirittura al classico spinello. La cannabis tuttavia è in netta ripresa, oltre alla cocaina (importata dai paesi del sudest asiatico, giungendo da noi in Calabria dalla Sicilia) e alle droghe dette sintetiche (amfetamine, ecstasy, Lsd e funghi allucinogeni). Il consumo nei giovani maschi è prevalentemente di cocaina ed eroina, mentre le ragazze si lasciano sedurre dalle droghe sintetiche. In costante aumento è anche un altro tipo di droghe chimiche, camuffate per sali da bagno, incensi, fertilizzanti, prodotti naturali, erbe mediche. In realtà, si tratta di sostanze preparate artigianalmente in laboratori casalinghi che non garantiscono ovviamente un’elevata qualità, tantomeno igiene. Il mercato è in espansione capillare grazie ai canali web specializzati e alle vendite cosiddette di smart shop. La difficoltà di riconoscere le molecole di cui queste sostanze sono costituite impediscono agli operatori dei Pronto Soccorso di intervenire tempestivamente nei casi di intossicazione. Ma è l’associazione micidiale con l’alcol che crea cocktail anche letali. L’ alcol tra le giovani generazioni è molto diffuso, purtroppo, già dall’età adolescenziale. Si consumano alcolici quasi tutti i giorni, soprattutto birra. Il binge drinking (5 o più bicchieri uno di seguito all’altro in un paio d’ore) riguarda il 35% dei ragazzi, che lo praticano almeno più volte in un mese. La nuova moda ‒ che poi tanto nuova non è, visto che è sempre esistita ‒ è acquistare l’alcol nei supermercati e rinchiudersi in auto in 4 o 5 tra ragazzi e ragazze, queste ultime in aumento, a scolarsi fino all’ultimo sorso di bottiglie che distillano gocce di una gioia passeggera. Dopo di che, si è pronti per la seratona. Ultimi ritocchi al trucco, ai pantaloni, alla giacca e ci si butta nella mischia fino alla mattina, nel vuoto dei frullati di mondi vuoti. L’importante è essere uno “come gli altri”. Appunto, non diverso: perché essere differenti, distinguersi, fa ancora paura. Farsi accettare. Sì, probabilmente è ancora questo il motivo. Bere e drogarsi sono ancora giustificati dal bisogno di essere uguali agli altri, di disinibirsi per sentirsi per una sera onnipotente. Questo è un grido d’allarme che ci fa comprendere come davvero la società giovanile si sta perdendo dietro ad apparenti felicità che nascondono in realtà profondi disagi e inadeguatezze. Un paradosso per dei ragazzi pieni di tutto, ma forse bisognosi di affetto e di rapporti veri. Non si parla e non si discute più, neanche intorno a un tavolo. Tanto ci pensano i social network a comunicare per noi. Nascosti dietro una tastiera, ci si sente più forti. L’importante è non far vedere chi si è realmente. Trecento like valgono forse di più dei rapporti veri? Anche questa è dipendenza.
di NATASCIA D'ARDIS La popolazione più a rischio per il binge drinking è quella giovanile (18-24 anni): il 14,5% dei giovani (21% dei maschi e 7,6% delle femmine) si comporta in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione. Nel 2014, beve vino il 50,5% della popolazione di 11 anni e più che ha consumato alcolici nell'anno, mentre il 45,1% consuma birra e il 39,9% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori. Tra il 2005 e il 2014 la percentuale dei consumatori giornalieri di bevande alcoliche scende dal 31% al 22,1%. Aumenta, invece, la quota di quanti consumano alcol occasionalmente (dal 38,6% al 41%) e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (dal 25,7% al 26,9%) (Dati Istat). Dati rilevati annualmente dal 2003 al 2011 affermano che il consumo delle sostanze stupefacenti nella popolazione scolastica mette in rilievo una contrazione della prevalenza tra i consumatori di Cannabis. Tra il 2011 al 2014 si nota una ripresa dei consumatori. L’abuso di cocaina e\o crack in aumento fino al 2007, è in continua riduzione almeno fino al 2011. Mentre l’eroina, in calo dal 2004 si è stabilizzata con un ulteriore calo nel 2014. Il consumo di stimolanti (ecstasy o amfetamina) ha interessato meno del 2% degli studenti negli ultimi 12 mesi, con una tendenza all’aumento. Gli allucinogeni invece (LDS, ketamina, funghi allucinogeni etc.) dal 2003 ad oggi sono stati molto variabili, caratterizzati da periodi di aumento (dal 2003 al 2008 e dal 2012 al 2014) e di riduzione (dal 2008 al 2012).