Rapina e sequestra il parroco con la scusa di ricevere una benedizione
L'indagato avrebbe attirato il parroco nella sua abitazione e dopo averlo colpito, si sarebbe impossessato del soldi presenti nel portafoglio; in seguito avrebbe obbligato la vittima a portarlo a Cosenza e lo avrebbe lanciato fuori dall'autovettura

COSENZA - Nei giorni scorsi, personale della Polizia di Stato eseguiva, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, nei confronti di un soggetto per la ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, di reati di rapina, sequestro di persona.
Il provvedimento scaturisce dall'attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile di Cosenza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, in seguito alla segnalazione di un'azione violenta commessa da un uomo ai danni di un parroco della provincia cosentina, agli inizi del corrente mese.
In particolare, le investigazioni, hanno consentito – nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – di ricostruire la vicenda, sul piano cautelare, nel senso che, l'indagato avrebbe attirato il parroco nella sua abitazione, con la scusa di ricevere una benedizione, e dopo averlo colpito al volto con un pugno, gettandolo in terra, si sarebbe impossessato della somma di circa 350,00/400,00 euro presente nel portafoglio; in seguito avrebbe obbligato la vittima a prendere la sua auto e, a bordo della stessa, la avrebbe obbligato a portarlo a Cosenza ove si sarebbe fermato in una zona della città nota per lo spaccio di sostanza stupefacente; successivamente, nel tragitto di ritorno da Cosenza verso il paese dove si sarebbero consumati i fatti precedenti, avrebbe distrutto il cellulare del parroco e, lo avrebbe lanciato fuori dall'autovettura in aperta campagna; quindi l'indagato avrebbe minacciato il parroco di morte qualora lo avesse denunciato.
Gli elementi acquisiti, quindi, consentivano di delineare i gravi indizi di colpevolezza del delitto ascritto all'indagato, con le relative esigenze cautelari sottese alla misura cautelare applicata.
Il procedimento penale per le ipotesi di reato pende attualmente nella fase delle indagini preliminari.