Se decidessimo solo per qualche attimo di ricordare, come la formazione scolastica impone. La figura delle donne nelle varie epoche storiche, non potremmo che farlo in occasione dell’8 marzo. Occasione giusta per riflessioni e considerazioni da noi donne Rossano. Anche se Atene rappresentò la capitale della Grecia e della sapienza antica, la donna era ritenuta ignorante e inferiore. Al punto che, Euripide, considerato uno dei più grandi poeti del mondo, ma anche i filosofi Platone. Aristotele e Pitagora non si risparmiano sul concetto negativo della donna nella società di allora. Ma anche nella antica Roma, le donne erano condannate a vivere in uno stato di perpetua inferiorità. Non possiamo non ricordare al periodo in cui, tra il XV e il XVI sec, alla donna “demonizzata”. Vista come creatura malefica e perseguitata di stregoneria, bugiarda e ribelle, quindi facile preda del demonio. Accuse, spesso dettate da dicerie, invidie o interessi personali, che costituivano, in molti casi, un pretesto per colpire dissidenti o chi professava idee innovatrici.
NOI DONNE ROSSANO
Queste poche riflessioni per ricordare a noi stessi che il “posizionamento” della donna nella società non è avvenuto in modo naturale ed immediato. Ma, attraverso un percorso dettato dalla storia a cui, però. La stessa figura femminile si è spesso prepotentemente imposta ed adeguata, guadagnando infine, parità culturale e sociale. Le sfere della politica, purtroppo, ad oggi, nulla hanno saputo fare, nel difendere la condizione femminile nel mondo del lavoro. Dalla piaga della violenza dentro e fuori dalle mura domestiche, dal femminicidio. Nessuna difficoltà, a nostro giudizio, nel ritenere che la causa di tutto ciò sta, da una parte, in questo garantismo sfrenato da parte di una classe politica debole. Timorosa e accomodante, dall’altra in un codice di procedura civile e penale che è ormai non in linea con una società del terzo millennio. Quindi, che deve assolutamente essere rivisto ed adeguato ai tempi. Una classe politica poi, che troppo spesso è restia a recepire proposte di legge atte ad accelerare e difendere principi sacrosanti di giustizia sociale. E’ d’obbligo allora una considerazione: ma, se una giornata del genere. Non serve a stimolare una classe politica impantanata da anni solo tra beghe di partito e lotte di potere, a cosa serve? Una volta, qualche decennio fa, almeno c’era un seguito popolare. Ora solo il vuoto. L’indifferenza totale. Le battaglie per il superamento delle discriminazioni, vissute con una giornata dedicata, portano. Al di là del ricordo e delle considerazioni di ognuno a qualcosa? Hanno ancora modo di esistere oppure si devono ricercare altri strumenti? Coordinamento Femminile “Noi Donne Rossano”