Docenti al Nord: «Ecco la nostra ricetta per poter tornare in Calabria»
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DOCENTI: CI PROPONIAMO DI COOPERARE CON GLI UFFICI SCOLASTICI
Com’è noto la stragrande maggioranza dei docenti costretti a trasferirsi al Nord Italia è composto da donne. La cui età media è cinquanta anni. Madri e mogli costrette a lasciare le proprie famiglie per trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza. Ora, i padri costituenti, all’indomani della seconda guerra mondiale compresero l’importanza della famiglia. Tutelandola espressamente nella Carta costituzionale che garantisce i diritti dei cittadini e in generale delle persone all’interno delle formazioni sociali in cui si esplica la loro personalità. E proclama il dovere dei genitori di “istruire ed educare i figli”. Difficile farlo se non si permette a questi genitori di vivere con loro. Sicché le leggi ordinarie non possono generare in alcun modo la disgregazione delle famiglie, nucleo essenziale del tessuto sociale. Da proteggere e valorizzare, se si vuole pensare ad un futuro del territorio. Il presente documento intende essere uno strumento propositivo e costruttivo. Con cui il comitato si propone, oggi, di cooperare con gli Uffici scolastici. Per giungere ad una parziale e temporanea soluzione del grave disagio che molte persone stanno vivendo in queste ore. Individuando proposte concrete e realizzabili già attraverso le procedure di mobilità temporanea. Ovviamente, la proposta sottende l’urgente esigenza di sollecitare tutti gli organi istituzionali, statali e territoriali preposti ciascuno secondo le proprie competenze, a cooperare per la realizzazione di un piano di rientro definitivo dei docenti di ruolo. Che hanno subito la legge 107/201 anche a causa di errate ed ingannevoli informazioni ( soppressione delle Gae) passate dal Miur e dai principali sindacati confederati a ridosso dei termini fissati per il piano straordinario di assunzioni.SCELTE POLITICHE HANNO AGGRAVATO LA POSIZIONE DEI DOCENTI IMMESSI IN RUOLO
Informazioni che hanno ingenerato il terrore di perdere, dopo anni di precariato, la speranza di conquistare il ruolo. Condizionando la libertà di scelta. E inducendo tutti gli esponenti a produrre domanda di assunzione a tempo indeterminato. Le scelte politiche successive hanno aggravato la posizione dei docenti immessi in ruolo. Dal momento che non soltanto le Gae non sono state soppresse, ma le immissioni attinte da esse risultano privilegiate rispetto al rientro dei docenti già di ruolo. Ci si chiede, infatti come mai l’inevitabilità della mobilità abbia riguardato solo noi. Mentre i colleghi rimasti nelle graduatorie possano essere assunti in provincia. Alla stregua degli idonei del concorso del 2012. A fronte della ulteriore beffa della soppressione delle graduatorie del concorso del 1999 superato dalla stragrande maggioranza degli esponenti.LE PROPOSTE AVANZATE
Per quanto sopra esposto, il Comitato attraverso i suoi rappresentanti, chiede al presidente della Regione Calabria e ai massimi esponenti degli uffici scolastici regionali e provinciali di far sì che l’applicazione della flessibilità del lavoro, propostaci con le nostre assunzioni, non ci chieda di rinunciare a vivere dignitosamente ed, in attesa di avviare un dialogo concreto finalizzato ad un piano di rientro definitivo a medio termine di tutti i docenti trasferiti fuori Regione, avanziamo le seguenti proposte da attuare in sede di mobilità temporanea.- Rendere disponibili i posti per l’assegnazione provvisoria anche su spezzoni di cattedra, permettendo (su disponibilità del docente) di optare per il part-time;
- Destinare all’assegnazione provvisoria i posti di potenziamento rimasti vacanti e non assegnati ma già inseriti nell’organico dell’autonomia, anche per classi affini.
- Autorizzare le cattedre di potenziamento richieste dai dirigenti scolastici e previste nei Ptof e destinarli in assegnazione provvisoria, anche con eventuale sostengo economico regionale;
- Autorizzare la possibilità di ricoprire dei posti di sostegno, non assegnati, in deroga, anche senza il prescritto titolo, come già avvenuto in altre regioni e province. Con priorità rispetto ai docenti non di ruolo.