Confermata in appello la condanna per l'incidente che stroncò la famiglia Acri-Olivo
Tre anni di reclusione per l’autista del furgone. La tragedia nel 2018 sull’A1 costò la vita a Stanislao Acri, alla moglie Daria Olivo e al piccolo Pier Emilio. I familiari: «Decisione giusta, ma il dolore resta perenne»

ROMA – La Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna a tre anni di reclusione per l’autista del furgone coinvolto nel drammatico incidente stradale avvenuto il 15 luglio 2018 sull’autostrada A1, alle porte di Cassino, in cui perse la vita un’intera famiglia di Rossano (Cosenza).
A morire furono Stanislao Acri e Daria Olivo, entrambi avvocati trentacinquenni, e il loro bambino di soli sei mesi, Pier Emilio, che rientravano a casa dopo una visita medica al Bambin Gesù di Roma.
La sentenza conferma l’impianto accusatorio già sancito dal GUP del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli, che nell’aprile 2023 aveva emesso il verdetto per omicidio stradale plurimo.
Nonostante la conferma della pena, i familiari hanno vissuto l’esito con sentimenti contrastanti. Francesca Acri, sorella di Stanislao, ha dichiarato:
«È stato un processo d’appello lungo e doloroso, segnato anche dalla tragedia che ha coinvolto uno dei giudici del collegio, morto in un incidente stradale mentre si recava in Corte d’Appello. Siamo soddisfatti della decisione, ma resta l’amarezza per la mancata revoca della patente, sostituita con la sospensione. Il nostro dolore è perenne: questa tragedia poteva e doveva essere evitata».
Alla vicenda giudiziaria hanno preso parte, costituendosi parte civile, i familiari delle vittime – la sorella di Stanislao e il fratello di Daria – assistiti dagli avvocati Antonio Cozza, Nicodemo Gentile e Paolo Carrozzino.
Un processo che ha segnato due città, Cassino e Rossano, e che oggi si chiude con una condanna che restituisce un senso di giustizia, pur senza poter mai sanare la ferita di una perdita tanto devastante.