Caporalato, vasta operazione della Polizia nel territorio di Rossano
Lo scorso mercoledì 15 gennaio è stata passata al setaccio un'azienda agricola, verificata una licenza, controllate più di cinquanta persone (10 con precedenti penali) e altrettanti veicoli
CORIGLIANO-ROSSANO - Lo scorso mercoledì 15 gennaio personale della Polizia di Stato del Commissariato di Corigliano-Rossano ha effettuato, all'interno dell'area urbana di Rossano, mirati controlli straordinari unitamente a personale della locale Polizia Amministrativa e Sociale, della Polizia Giudiziaria, della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine Calabria, dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Azienda Sanitaria Locale, allo scopo di contrastare il dilagante fenomeno del caporalato, a salvaguardia di tutti quei lavoratori che vengono sottoposti a condizioni di sfruttamento, nonché metodi di sorveglianza e situazioni alloggiative degradanti.
Nel corso del predetto servizio sono state controllate 55 persone (dieci con predenti penali); ispezionati 50 veicoli; è stata passata al setaccio un'azienda agricola e verificata l'idoneità di una licenza.
Gli accertamenti eseguiti hanno consentito di accertare ed elevare sanzioni per violazioni relative alla mancanza dei requisiti di sicurezza nei luoghi di lavoro. In particolare, le violazioni riscontrate e sanzionate hanno riguardato l’obbligo del datore di lavoro di fornire attrezzature conformi e idonee ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché la disciplina e la regolamentazione delle vie di circolazione e delle uscite di emergenza, la cui normativa impone di rendere utilizzabili in qualsiasi evenienza.
«I controlli effettuati dagli uomini del Commissariato di Corigliano-Rossano, del Reparto Prevenzione Crimine Calabria e della Questura, diretta dal Questore della Provincia di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro, in piena sinergia con gli altri enti di controllo interessati, testimoniano - si legge nell'informativa della Questura - l’impegno e la particolare attenzione nell’affrontare e nel voler reprimere questo fenomeno, a difesa di tutte le categorie di lavoratori».