Minacciano un imprenditore cosentino, 4 indagati per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso
Coinvolti soggetti gravitanti nei contesti della criminalità reggina e cosentina. L’imprenditore aveva subito minacce tese a farlo desistere da un servizio di trasporto e custodia di equini per conto di un comune della provincia di Reggio
COSENZA - Esecuzione Misure Cautelari in carcere nei confronti di 4 indagati per gravi indizi di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso.
Nelle prime ore di oggi a Cosenza, Castrovillari e nella provincia di Reggio Calabria, il personale della Squadra Mobile di Cosenza, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 4 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine al delitto di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il provvedimento, emesso su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, scaturisce dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Cosenza, attraverso una serie di accertamenti documentali, nonché attività tecniche, che hanno consentito di ricostruire, in termini gravemente indiziari, l'ipotizzata tentata estorsione ai danni di un imprenditore della provincia di Cosenza che aveva subito minacce tese a farlo desistere da un servizio di trasporto e custodia di equini per conto di un comune della provincia di Reggio Calabria, che aveva intimato lo sgombero di un centro ippico insediato su un terreno comunale.
Gli esiti degli approfondimenti investigativi, accolti nella ordinanza cautelare, hanno consentito di ricostruire la vicenda (nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), nel senso che, un soggetto, titolare di un Centro Ippico nel reggino, locatario di un terreno di proprietà comunale, che si era reiteratamente opposto allo sgombero, intimatogli dall'Ente, una volta appresa la disponibilità dell'imprenditore cosentino a realizzare il trasporto coattivo degli animali per conto del Comune, si attivava al fine di porre in essere le condotte minacciose, che venivano realizzate con la intermediazione di due soggetti gravitanti rispettivamente nei contesti della criminalità reggina e cosentina, utilizzando quale materiale latore delle minacce un compaesano dell'imprenditore vittima della tentata estorsione volta ad ottenere l'indisponibilità al trasporto ed alla relativa custodia degli equini. Il procedimento per la fattispecie di reato ipotizzata è attualmente nella fase delle indagini preliminari.