Un curioso caso di compravendita di opere d'arte finito in Cassazione e con una condanna
È successo a Corigliano-Rossano: da un lato una donna proprietaria di dipinti e sculture, dall'altro un collezionista sfuggente. La loro storia è finita sui banchi dei tribunali
CORIGLIANO-ROSSANO - il 15 dicembre 2015 una donna, C.M.L. denuncia per appropriazione indebita un uomo V.F.M. esponendo di aver ceduto nel 2013 in conto vendita 11 dipinti ed una scultura in bronzo alla sua galleria d'arte di proprietà, sita in Corigliano Rossano, con impegno al pagamento delle opere nel momento della vendita o, nel caso, alla restituzione di quelle invendute entro il mese di agosto del 2014.
I dipinti riguardano opere su tela di autori importanti, così la scultura in bronzo, per un valore complessivo di circa 200mila euro.
La donna precisava pure che dopo qualche piccolo acconto non riceveva altro denaro, né la restituzione delle opere, nonostante le richieste di restituzione, per cui la C.M.L. dava seguito alla denuncia.
IIl pubblico ministero affidatorio del procedimento, erroneamente, chiedeva l'archiviazione ritenendo tardiva la querela sull'assunto che si trattasse di reato perseguibile a querela, ma a seguito di opposizione il Gip disponeva il procedersi dell'azione penale, per cui il V.F.M. veniva citato in giudizio davanti al Tribunale di Castrovillari per il reato di cui all'art. 646, 61 n.11 c.p. perché in qualità di titolare dell'omonima galleria d'arte al fine di procurarsi un ingiusto profitto, si appropriava delle opere in questione.
La signora, allora, si costituiva parte civile nel predetto procedimento penale, con l'avvocato Giuseppe Tagliaferro.
All'esito dell'istruttoria dibattimentale il Tribunale di Castrovillari condannava l'imputato per il reato contestato alla pena di anni uno di reclusione ed a 600 euro di multa, oltre al pagamento delle spese di giustizia, nonché al risarcimento del danno, in favore della parte civile, subordinando - come da richiesta della parte civile - il beneficio della sospensione condizionale della pena alla restituzione dei dipinti e della scultura in bronzo ovvero all'integrale pagamento del loro controvalore economico.
Il collezionista, quindi, proponeva appello contro la sentenza del Tribunale di Castrovillari.
La Corte di Catanzaro confermava la sentenza di condanna del Tribunale di Castrovillari, con riduzione della pena in mesi sei di reclusione e 4000 euro di multa.
Avverso la sentenza della Corte Territoriale, l'imputato proponeva ricorso per Cassazione chiedendone la riforma e l'assoluzione dal reato contestato.
All'udienza del 18 ottobre scorso è stata trattato il processo in Cassazione, con richiesta di riforma della sentenza ed assoluzione da parte della difesa di V.F.M e, viceversa, con richiesta conclusiva del difensore della parte civile avvocato Giuseppe Tagliaferro di inammissibilità del ricorso per Cassazione per mancanza di specificità e validità dei motivi e per manifesta infondatezza.
Con dispositivo di pari data dell'udienza la Corte di Cassazione, Seconda Sezione penale, ha dichiarato inammissibile il ricorso e condannato il collezionista al pagamento della somma di 3mila euro in favore della Cassa per le ammende e alla spese legali in favore della costituita parte civile.