Parricidio a Rossano, Alessandro Manzi condannato a 9 anni di reclusione
La Corte di Cassazione ha accolto le tesi formulate dall'avvocato difensore Ettore Zagarese, confermando la sentenza della Corte d'Assise di Appello di Catanzaro
CORIGLIANO-ROSSANO – Alessandro Manzi condannato a 9 anni di reclusione. Il giovane autore del parricidio dovrà scontare ora la sua pena. La Corte di Cassazione, infatti, ha accolto le tesi formulate dall’avvocato Ettore Zagarese, respingendo il ricorso promosso dalla Procura generale di Catanzaro che, invece, aveva chiesto una condanna all’ergastolo con isolamento diurno, applicando all'imputato l'aggravante della premeditazione ed escludendo il beneficio delle attenuanti generiche e dell’attenuante della provocazione.
Gli Ermellini, invece, hanno accolto le ragioni argomentate dal difensore confermando la decisione assunta nel secondo grado di giudizio.
IL FATTO - Alessandro Manzi era stato accusato di omicidio volontario aggravato perché la sera del 17 novembre del 2017 aveva ucciso a colpi di fucile il padre Mario sull'uscio di casa. Subito dopo il fatto si era costituito dai Carabinieri assumendosi la responsabilità dell'accaduto e narrando di come fosse arrivato al gesto estremo dopo anni di vessazioni che avrebbe subito all'interno delle mura domestiche che condivideva con il padre, noto pregiudicato. Nelle more del processo veniva sorpreso a detenere un'arma che dichiarava aver posseduto per ragioni di difesa in seguito ad alcune minacce ricevute che lo avevano portato a temere per l'incolumità dei suoi cari.
Oggi Manzi, avendo appreso dell'esito del processo, accompagnato dal suo difensore, si è costituito, volontariamente, alla locale Casa Circondariale al fine di espiare la pena residua avendo voluto evitar l'inoltro di ogni richiesta volta al differimento della condanna o alla sua sostituzione con altra.
«Il giovane Manzi interpellato dal mio studio - ha affermato l'avvocato Ettore Zagarese - perché valutassimo la proposizione di richiesta a pene alternative che lo sottraessero al regime carcerario, ha inteso non attivare alcuna istanza volendo pagare il suo debito con la giustizia e non intendendo sottrarsi alle sue responsabilità così come fatto sin dall'inizio di questa triste vicenda».