«45 milioni per non decidere». Intanto la Calabria dei rifiuti resta senza impianti
Il sindaco di Castrovillari Lo Polito e l’assessore all’Ambiente Pace attaccano la Regione Calabria per i 45 milioni di euro destinati a calmierare i costi di smaltimento dei rifiuti. «Soldi dei cittadini spacciati per salvataggio»
CASTROVILLARI - Non un regalo, ma una toppa. E neanche delle migliori. Insomma, è così che - in estrema sintesi - da Castrovillari commentano lo stanziamento, da parte della Giunta Regionale, di 45 milioni di euro per evitare l’aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti che sarebbero ricaduti sui cittadini calabresi.
Una narrazione - quella del Presidente Occhiuto - che non convince il sindaco Mimmo Lo Polito e l’assessore comunale all’Ambiente Pasquale Pace, che parlano apertamente di «assistenzialismo ambientale» e di una politica fatta di palliativi, non di scelte strutturali.
«Quei soldi – spiegano – non piovono dal cielo: sono comunque risorse pubbliche, quindi dei cittadini. E potevano essere utilizzate per creare servizi, infrastrutture, impianti, non per coprire falle che si allargano di giorno in giorno».
La critica entra poi nel merito del sistema. Se la raccolta differenziata è in costante crescita, perché i costi di smaltimento continuano ad aumentare? E soprattutto, perché la Calabria continua a spedire i propri rifiuti all’estero, finanziando di fatto impianti del Nord Europa che trasformano scarti in energia, mentre sul territorio regionale gli impianti mancano o restano solo sulla carta?
Nel mirino finisce anche ARRICAL, l’Autorità rifiuti e risorse idriche calabrese, «imposta – denunciano – sotto evidente ricatto a tutti i Comuni», ma che, pur disponendo delle risorse, non è ancora riuscita a realizzare gli impianti necessari.
Un paradosso che secondo l’amministrazione castrovillarese spiega anche l’operazione politica della Regione: anticipare mediaticamente l’aumento dei costi per evitare che la responsabilità ricadesse direttamente sull’ente regionale che controlla ARRICAL.
«È un gioco di prestigio – scrivono – in cui la mano destra (la Regione) aiuta la sinistra (ARRICAL), mentre il cittadino resta spettatore, illuso da una narrazione rassicurante». Un’illusione che Lo Polito e Pace paragonano all’ingenuità descritta da Giovanni Pascoli, quando parlava di un popolo che continua a “popolare il mondo di fantasmi e il cielo di dei”.
La conclusione è netta: la Calabria non ha bisogno di assistenza, ma di infrastrutture. «Le soluzioni esistono e funzionano fuori dai nostri confini – ribadiscono – e la politica ha il dovere di offrirle, anzi di imporle, perché migliorano la qualità della vita e abbassano realmente i costi. Questo è il vero significato di economia circolare. Il resto è solo fumo negli occhi».