Torna in libertà il noto ristoratore di Cariati arrestato per droga
Il Tribunale di Castrovillari ha accolta la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dagli Avvocati Provino Meles e Raffaele Meles
CARIATI - Torna in libertà il noto ristoratore di Cariati, il 33enne G. I., difeso di fiducia dagli avvocati penalisti Raffaele Meles e Provino Meles, tratto in arresto nei giorni scorsi con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
In sede di interrogatorio di garanzia tenutosi venerdì mattina, a seguito del quale era stato fissato il procedimento per direttissima, la difesa dell’uomo ha avanzato al Tribunale di Castrovillari richiesta di revoca della misura cautelare sottolineando come non fossero più sussistenti le esigenze cautelari anticipando di voler – nel procedimento per direttissima – definire il tutto con un rito alternativo.
L’uomo era stato tratto in arresto e sottoposto ai domiciliari dagli agenti del Commissariato di P.S. di Corigliano Rossano mercoledì scorso quando a seguito di una perquisizione prima nel suo locale e poi a casa, erano stati rinvenuti 13 grammi di cocaina purissima, trenta grammi di marijuana, diversi grammi di mannitolo utilizzato per il taglio della cocaina, 24 grammi di hashish, tre bilancini di precisione, ed altro materiale utilizzato per il confezionamento ed il taglio della sostanza stupefacente nonché due armi da sparo; inoltre, era stato rinvenuto dagli operanti della Polizia Giudiziaria, un appunto sul quale il 33enne aveva segnato i nomi delle persone alle quali aveva ceduto lo stupefacente, quantità e il prezzo.
Per tali ragioni all’uomo veniva contestata la forma più grave dell’art. 73 DPR 309/90, ossia il comma 1 del medesimo articolo, che prevede la reclusione da un minimo di anni sei sino ad un massimo di venti e con la multa che va da un minimo di 26 mila euro sino ad un massimo di 260 mila.
E proprio su tale aspetto che gli avvocati Meles hanno incentrato la loro strategia, insistendo affinché la fattispecie di reato venisse derubricata dal citato comma 1 alla forma meno grave. Richiesta totalmente condivisa dalla Procura della Repubblica ed accolta dal Tribunale, il quale, concedendo all’indagato il beneficio della sospensione condizionale della pena e della non menzione, lo ha posto definitivamente in libertà senza alcun obbligo.