Strage di Rossano, 14 persone rinviate a giudizio per disastro ferroviario
Era il pomeriggio del 24 novembre 2012 quando sei rumeni morirono attraversando il passaggio a livello privato di Fossa-Toscano. Oggi il procedimento entra nel vivo: un solo imputato scagionato da tutte le accuse
CORIGLIANO-ROSSANO – A distanza di nove anni dall’accaduto entra nel vivo il processo per la strage dei sei rumeni, morti investiti dal treno regionale 3753 Sibari-Reggio Calabria sull’attraversamento ferroviario di località Fossa-Toscano, nell’allora comune di Rossano (oggi Corigliano-Rossano). Sono 14 le persone che a vario titolo sono state rinviate a giudizio dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, dopo una lunga fase dibattimentale pre-processuale. Tutte dovranno rispondere di strage ferroviaria (articoli 113, 449 e 430 del codice penale) e non più di omicidio colposo, in quanto il reato è andato in prescrizione.
In accoglimento delle tesi difensive del suo legale, l’avvocato Rodolfo Alfieri, è stata prosciolta invece Franceschina Novellis per non aver commesso il fatto. Infatti il Gip ha ritenuto insussistente la tesi del Pubblico Ministero laddove per la Novellis richiedeva il rinvio a giudizio sulla base del principio della "cooperazione colposa" per essere titolare di autorizzazione di passaggio ferroviario.
Ricordiamo, che da quanto ricostruito nel corso delle indagini, a causa di un concorso di colpe che hanno visto protagonisti tutti e 14 gli imputati odierni, quel pomeriggio del 24 novembre 2012 il Fiat Doblò con a bordo 6 operai di nazionalità rumena rimasero, di fatto, intrappolati sull’attraversamento ferroviario, poco prima dell’arrivo in velocità del treno regionale Sibari – Reggio Calabria che li travolse in pieno uccidendoli sul colpo. Fu uno scontro pauroso tra un convoglio in piena corsa e una vettura ferma sui binari. I corpi dilaniati degli operai rumeni vennero recuperati 250 metri più avanti rispetto al luogo dell’impatto accartocciati nelle lamiere dell’auto finita sotto le rotaie del treno.
Perché quelle povere persone si trovavano lì, ad attraversare un passaggio ferroviario a stretto uso privato dei concessionari?
Partendo anche da questo interrogativo si aprì una fase processuale complessa. Per arrivare, infatti, alla determinazione del Gip di Castrovillari del 31 maggio scorso, dopo una lunga fase dibattimentale dovuta anche alle consistenti eccezioni di rito e di merito sollevate dalla folta schiera degli avvocati della difesa e delle parti civili.