Disabile costretto a cantare l'inno d'Italia chiuso in una scatola in un ufficio pubblico. La denuncia dei familiari
Si tratta di una persona schizofrenica, di 66 anni, in cura da anni presso il Centro salute mentale della città. I familiari hanno sporto denunciato alla Polizia
CASTROVILLARI – Umiliato e filmato mentre cantava l’inno d’Italia dentro una scatola di cartone in ufficio pubblico della città del Pollino.
Un fatto vergognoso non solo per il pubblico ludibrio cui è stato sottoposto il protagonista di questa vicenda, un uomo di 66 anni schizofrenico ed in cura presso il Centro salute mentale della città, ma soprattutto perché il teatro di questo increscioso episodio è stato un ufficio della pubblica utilità.
Sembrerebbe che l’uomo, richiamato da alcuni impiegati, sia stato (forse) costretto a cantare l’inno nazionale italiano, in occasione della finale degli Europei di calcio, rinchiuso dentro ad una grande scatola, per poi vedersi chiudere in faccia una sorta di finestra ricavata nel cartone. Non contenti, gli autori dell’ignobile macchietta, hanno filmato il tutto ed inoltrato il video che ha fatto il giro della rete.
I familiari, che già una volta avevano sporto denuncia per un analogo episodio subito dall’uomo, si sono rivolti al commissariato di Polizia di Castrovillari: saranno gli uomini del vice questore aggiunto, Leonardo Papaleo, ad indagare sui responsabili dell’incommentabile gesto, risalire ai telefonini da cui è stato diffuso il video ed individuare eventuali testimoni.
L’obiettivo, adesso, è anche quello di contrastare e fermare il ripetersi di episodi di cyberbullismo - fenomeno che a quanto pare è ben presente anche in età adulta - oltre ad impedire che si consumino in uffici pubblici. L'episodio ha fortemente indignato l’intera comunità castrovillarese, pronta a condannare simili gesti.
Anche il sindaco della città, Mimmo Lo Polito, si è pronunciato sulla questione, precisando che non si tratta di uffici della pubblica amministrazione, evidenziando la gravità del fatto e quanto si sia andati oltre fino a superare i limiti. Ambienti come questi dovrebbero essere presidio di difesa e tutela dei più deboli e non palcoscenici di beffe ed umiliazioni.