È morto a Cosenza uno dei pazienti in fila ieri pomeriggio nelle ambulanze a Rossano
L'uomo, un anziano ottantenne, arrivato attorno alle 15 al "Giannettasio" ha dovuto attendere ore per fare una Tac. Il sindaco Mundo: «Non è morto di Covid, è morto di stenti! Se ci fosse stato un piccolo ospedale aperto si sarebbe salvato»
CORIGLIANO-ROSSANO - È morto stanotte a Cosenza l'anziano che ieri pomeriggio, attorno alle 15, era arrivato da Trebisacce al pronto soccorso dell'ospedale "Giannettasio" (leggi anche Ancora caos in pronto soccorso: ambulanze con pazienti critici non riescono a sbarellare).
L'ambulanza che lo trasportava, però, ha dovuto attendere ore prima di sbarellarlo e consentirgli di fare una Tac. Una volta eseguito l'esame tomografico, in serata e che vrebbe riscontrato una lesione polmonare, l'uomo dapprima sospetto Covid sarebbe dovuto essere ricoverato nel reparto di pneumologia dedicato ai pazienti affetti da Sars-Cov-2, insediato proprio nel presidio rossanese, per le cure del caso.
I posti letto all'interno dell'unità operativa speciale dell'ospedale spoke, però, sono esauriti da tempo e per questo si è deciso il trasferimento dell'anziano a Cosenza. Dopo ben sei ore dall'arrivo nel nosocomio ionico il paziente partiva alla volta del capoluogo bruzio. Dove, però, lo ha atteso un destino crudele. Dopo poche ore, infatti, il suo cuore ha cessato di battere.
Ora bisognerà capire se il ritardo nelle cure abbia influito sul decesso. Saranno gli organi preposti a fare chiarezza. È chiaro però che in una struttura sanitaria che riesce a dare risposte ai malati con tempi lunghissimi, quando invece necessiterebbero di interventi immediati, è evidente che c'è qualcosa che non va.
L'ira del sindaco di Trebisacce, Franco Mundo
Anche perché in questo momento non si riesce a curare né lo straordinario né l'ordinario. «Il nostro concittadino - precisa furibondo il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo - non è morto di Covid. È morto di stenti e di una cattivissima organizzazione del sistema sanitario».
L'anziano, infatti, nelle ore prima di essere trasportato in ambulanza a Rossano aveva fatto un tampone rapido che gli aveva dato esito negativo. «Esito - chiarisce Mundo - che è stato confermato anche dal tampone molecolare fatto ieri in ospedale. Quindi si trattava di un cittadino che aveva un serio problema respiratorio ma che non è stato possibile curare, anzi, è stato lasciato da solo buttato in un'ambulanza per sei ore».
«Sono convinto - aggiunge il sindaco di Trebisacce - che se solo si fosse avuto un piccolo ospedale con un rianimatore quella persona si sarebbe salvata. Non sarebbe stato opportuno trasferirla in altri ospedali e le cure sarebbero state immediate. Purtroppo oggi bisogna fare i conti non solo con l'emergenza Covid ma anche con una rete sanitaria e ospedaliera inesistente».
Intanto, gli ospedali del territorio continuano a rimanere chiusi, di medici, infermieri e operatori sanitari in corsia ce ne stanno sempre meno e sicuramente non si rimpingueranno con le promesse ed i buoni propositi.