L'EDITORIALE DI MATTEO LAURIA Maggiore rispetto per chi crea e produce, per chi ha inventiva o capacità manifeste nei vari settori della società civile. Dall’artigiano all’intellettuale, dall’imprenditore al dipendente pubblico, dal professionista all’operaio/precario. Tutti, chi più chi meno, sono meritevoli di attenzione, senza distinzioni di appartenenza per classi sociali. Questa premessa è necessaria per meglio comprendere le ragioni di una riflessione che nasce dalla necessità di ribaltare metodi e comportamenti che rischiano di nuocere alla crescita del territorio, perché spesso paralizzanti. Con l’avvento dei “social” si è elevata, fortunatamente, la partecipazione democratica che contrasta l’idea del pensiero unico. E’ questo un risultato straordinario, da tutelare e conservare con tutte le nostre forze. Abbiamo il dovere però di saperne fare uso, altrimenti il rischio di “filtri” imposti dallo Stato è dietro l’angolo. Volgarità e imprecazioni sviliscono il ruolo nobile della condivisione di opinioni, idee, progetti. Sin qui l’utilizzo deteriore.
VILTA’ E COLPI BASSI DIETRO SIGLE SENZA VOLTI
Poi c’è chi ne fa un uso speculare e talvolta anche vile dei social, nascondendosi come spesso accade dietro una tastiera o dietro sigle senza volti. Abbiamo costruito una mentalità che non aiuta alla crescita: troppi personalismi, poco interesse generale. A Rossano, in particolare, è diffusa la pratica di trovare un capro espiatorio che debba essere rappresentativo di tutti i mali. Un sistema che conviene a chi, pur brancolando nel torbido, getta fango su altri pur di apparire candido.
GLI IMPRENDITORI SPESSO VITTIME DEL SISTEMA
Oggi più di ieri, è difficile fare impresa. Mentre il mercato chiede professionalità, l’attuazione di un progetto imprenditoriale richiede invece meccanismi non sempre semplici, di cui spesso il soggetto imprenditore è vittima. Situazioni di cui poco di parla, salvo rare eccezioni. Un tessuto sociale maturo avrebbe il dovere di analizzare i processi di una comunità nella sua complessità.
ROSSANO, TRA POLEMICHE INUTILI E FALSO AMBIENTALISMO
In una città in cui si perde tempo a polemizzare su un “box” commerciale o su una bufala come la manutenzione di una recinzione della casa di un assessore, c’è chi trova il tempo di criticare finanche iniziative imprenditoriali che, in una terra abbandonata dallo Stato, potrebbero almeno in parte fornire risposte per posti di lavoro, vera piaga sociale. Da qualche tempo una singola forza politica, per motivi poco chiari, convivendo da anni nel silenzio in un comprensorio che ha ospitato una valanga di cemento abusivo sulla costa, grida ora allo scandalo per un progetto in itinere al “Faro-Trionto”. Si tratta di un’opera che prevede interventi ricettivi di tipo turistico-residenziale (hotel, parco urbano, piste ciclabili, aree sportive e tempo libero, edilizia sociale e residenziale), capace, quindi, in una fase così complessa, di creare indotto e un minimo di respiro occupazionale. Che in una fase di grave recessione non può che essere auspicato. Mai come in questa fase storica bisognerebbe, al contrario, incentivare gli imprenditori nel convincerli a investire. Questo significa senso di responsabilità! E invece si tenta la scalata del sensazionalismo a tutti i costi, tra personalismi e manie di inutile protagonismo.
QUAL È LA VISIONE IDEALE DELLA COSTA?
Come si può parlare in via esclusiva di un singolo progetto, peraltro ancora sulla carta, senza mai pronunziarsi sulla pesante presenza di abusivismo edilizio sulla costa, tuttora presente, che ha invaso e compromesso il litorale in misura imponente, pregiudicando in maniera permanente lo sviluppo turistico del territorio? Come mai taluni tacciono sulle lottizzazioni concesse nel cuore del lido Sant’Angelo ad uso residenziale, in controtendenza alla vocazione naturale della zona marina? Perché tanti silenzi? Qual è la visione ideale della costa? Destinarla alle colture di ortaggi o pomodori? Le colate di cemento da Sant’Angelo a Momena, al contrario, risultano adeguate al tipo di ricezione turistica? Basta dare uno sguardo al tratto di litorale “Galderati-Torre Pinta-Valanello-Zolfara-Fossa” per notare le brutture urbanistiche su cui i componenti di alcune forze politiche continuano a distogliere lo sguardo. Ci si risveglia d’un tratto poi, se uno o più imprenditori intendono realizzare un centro Spa al Faro Trionto, trasformandosi di colpo in ambientalisti contro la cementificazione selvaggia, prevista tra l’altro nel piano strutturale associato senza che tale pianificazione desti allarme.
FORZE POLITICHE IRRESPONSABILI
L’aspetto più inquietante è l’irresponsabilità di alcune sigle politiche in questa fase storica, dove tutto è fermo, lo Stato arretra, l’economia traballa, il Comune fa fatica a far quadrare i conti, l’Enel dismette la centrale, le infrastrutture latitano, il tribunale chiuso, la sanità allo sbando. E quei pochi uffici ancora rimasti in vita a rischio smantellamento. Gli imprenditori (oggi legittimamente prudenti nell’investire denaro) hanno un ruolo importante nel tessuto sociale ed economico, non possono essere visti come controparte ma come soggetti con cui avviare un percorso di concertazione partecipata nell’interesse esclusivo della città. L’auspicio è che, così come avviene in altri centri, per le questioni importanti si abbia una visione d’insieme, si faccia squadra evitando, ove possibile, conflitti e scontri che finiscono con l’indebolire ulteriormente il territorio.