Corigliano. Il consigliere comunale Gioacchino Campolo interviene sulla Zes (zona economica speciale). “Ha preso il via questi giorni, nella politica e sulla stampa regionale, un dibattito in merito all’iter di istituzione della Zes, ufficialmente aperto con il recente varo del cosiddetto ‘decreto Sud’. Dibattito che ruota attorno al riconoscimento dell’ulteriore territorio, da comprendere all’interno della suddetta Zona. Oltre all’area della Piana di Gioia Tauro. Il decreto Sud introduce infatti la nascita delle Zes in Italia. Per il momento quelle individuate sono due: l’area di Salerno-Napoli e appunto Gioia Tauro). E prevede per ogni regione del Mezzogiorno l’istituzione massima di due aree. Seconda area che non può che essere quella della vasta area della Sibaritide”. È quanto convintamente afferma il Capogruppo di Forza Italia al Consiglio Comunale di Corigliano Calabro, Gioacchino Campolo. La disamina dell’esponente azzurro è circostanziata e si configura a mo’ di accorato appello a quanti (rappresentanti politici e istituzionali, parti sociali, associazioni socio-culturali di cittadini, ecc.) hanno modalità. Possibilità di far sentire la propria voce in materia di agognato sviluppo del territorio.
CAMPOLO: IL CONSIGLIERE INVITA A NON PERSEGUIRE ALTRE BATTAGLIE STUCCHEVOLI ED INUTILI PER IL TERRITORIO
“Per ragioni storiche e culturali, per vocazione naturale e peculiarità commerciali, per la presenza del Porto di Corigliano che è tra i più importanti dell’intero Meridione d’Italia, per la stessa matrice economica e dedita agli scambi sui quali da sempre si fonda quest’ampio lembo di Calabria, la Piana di Sibari – asserisce Campolo – non può che perseguire tale opportunità. Una vera e propria occasione di crescita a tutti i livelli, a dir poco irrinunciabile e irripetibile. Irrinunciabile, perché sarebbe un suicidio non cogliere al volo l’iniziativa in oggetto, o quantomeno tentare di farlo, visti i cospicui vantaggi posti in essere, e irripetibile, poiché è difficile immaginare per i prossimi decenni un qualcosa di simile, così positivo e quasi provvidenziale. È bene evidenziare, difatti, che il decreto istitutivo della Zes prevede cospicui benefici in termini economici. Ingenti risorse utili a coprire il credito d’imposta di cui le aziende che decideranno di investire nelle Zes godranno per i loro progetti d’impresa all’interno delle aree. Senza contare che queste iniziative potranno disporre di un iter burocratico decisamente semplificato oltre ad aver libero accesso alle infrastrutture esistenti sul territorio. Trattasi dunque di un grande strumento per incrementare la nascita di nuove realtà imprenditoriali con potenziali ricadute soprattutto in termini di nuova occupazione nelle aree individuate”.
CAMPOLO: ZES, PERSEGUIRE SVILUPPO E OCCUPAZIONE PER COESIONE TERRITORIALE
“Il mio – prosegue Campolo – non è un desiderio dettato dall’argomento del momento, bensì una seria esortazione all’intera classe politica e istituzionale della Sibaritide, nonché ai ‘soggetti attivi’ del territorio che su più fronti quotidianamente si spendono da un punto vista morale e/o materiale. Occorre far quadrato affinché il nostro territorio sia indicato dalla Regione Calabria come seconda area Zes. Un modo concreto per perseguire appunto sviluppo e occupazione e dar tangibile prova di coesione territoriale. Anziché perseguire stucchevoli rappresentazioni di unioni tra comuni concretamente poco utili ed efficaci. Peraltro non comprese da larghi strati delle popolazioni interessate. I requisiti ci sono tutti. Per rientrare infatti nello speciale regime previsto dalla Zona economica speciale. Il territorio deve avere al suo interno «un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (Ue) n.1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo. E del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (Ten-T)». Una caratteristica che possiede il porto di Gioia Tauro. Ma che potrebbe essere estesa anche ad altre aree limitrofe o non territorialmente adiacenti «purché presentino un nesso economico funzionale» con esso. Emerge allora in modo lampante la necessità di superare i campanilismi per lanciare il versante ionico come un unico
brand. Al fine di far finalmente sviluppare e rafforzare politiche economiche condivise a beneficio del nostro territorio. Promuovendone le caratteristiche distintive. E al contempo, valorizzandone le complementarietà, attuando una pianificazione congiunta delle attività”.