In Calabria 2 anni di lavoro impegnativo e test su oltre 650 pazienti. Con un risultato eccellente: individuare l’esatta età ovarica delle donne. Sono gli elementi base di “OvAge”, un metodo scientifico utile a comprendere per ogni donna e per gli operatori del settore - in primis i ginecologi - la precisa capacità fecondativa di una singola paziente. E conseguentemente elaborare sia la prognosi riproduttiva che la distanza dalla menopausa. Una ricerca - nata tra le mura del campus universitario di Germaneto - che si è tramutata in idea d’impresa. E che è divenuta poi una realtà aziendale grazie al sostegno del programma TalentLab Startup di CalabrInnova. Ed i successi per questa iniziativa - che ha coinvolto un gruppo di lavoro polispecialistico composto da ricercatori del dipartimento di Ginecologia e Ostetricia della Magna Graecia e del corso di Ingegneria informatica e Biomedica dello stesso ateneo – non sono tardati ad arrivare. Dopo essere salita sul podio dell’edizione 2013 di “StartCup Calabria 2013, “OvAge” ha partecipato come finalista al Premio mazionale per l’Innovazione Italiana e a Smau 2013. E' apparsa sulle pagine di Huffington Post Italia e Il Sole 24 ore. Per ultimo poi ha ottenuto nel giugno scorso lo “Sme Instrument Phase 1” di Horizon 2020. Senza contare che la ricerca scientifica – curata dal team composto da Daniela Lico, Roberta Venturella e Fulvio Zullo – è stata presentata in svariati congressi internazionali. Dunque un successo completamente calabrese. Nato e concepito a Catanzaro e sostenuto da CalabrInnova.
LA RICERCA
Il progetto è nato dall’intuizione del professor Fulvio Zullo, direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro. “OvAge” in realtà è partito come lavoro di ricerca sulla riserva ovarica. Che ha consentito di individuare un algoritmo che ha preso il nome del progetto. Poi grazie alla collaborazione del professore Mario Cannataro , del corso di Ingegneria informatica e Biomedica e responsabile del Laboratorio di Bioinformatica dell’Ateneo catanzarese è divenuto anche uno strumento software di facile comprensione e divulgazione. In particolare i due docenti hanno avviato su questo progetto un team di ricerca. Coinvolgendo le professionalità più brillanti e competenti presenti nei loro gruppi, le due specializzande in Ginecologia e Ostetricia – Daniela Lico e Roberta Venturella - e Alessia Sarica, dottoranda in Ingegneria Biomedica e Informatica. Sono state proprio queste ultime a comprendere le potenzialità del progetto.
I TEST E I RISULTATI
Il progetto è partito nel gennaio del 2012 e si è concluso nel marzo del 2014 all’interno dell’unità di Ostetricia e Ginecologia dell'Università Magna Graecia di Catanzaro. Ha coinvolto 652 donne fertili, 29 pazienti con sospetto clinico di insufficienza ovarica precoce (Poi) e 29 pazienti con sindrome dell'ovaio policistico (Pcos). Nel corso dell’osservazione il team ha condotto test su tutte le donne arruolate nella ricerca. Finalizzati a misurare alcuni parametri: l’ormone Anti mülleriano (Amh), l’Ormone follicolo stimolante (Fsh), l’Estradiolo (E2). Il gruppo di ricerca ha poi realizzato la conta 3D dei Follicoli antrali (Afc). E valutato il volume ovarico il Vascolar index (VI) e Flow index (FI) tra i giorni 1 e 4 del ciclo mestruale. Grazie all’applicazione di modelli lineari generalizzati (GzLM) per la produzione di una equazione matematica, il team è riuscito a estrapolare un dato certo sulla riserva ovarica delle donne. Un dato denominato, appunto, “OvAge” (età ovarica). Che è anche il nome dell’iniziativa.
IL PRESENTE E IL FUTURO DEL PROGETTO NATO IN CALABRIA
«Dopo due anni di ricerca siamo riusciti a trovare una soluzione semplice per le pazienti. Ma utile soprattutto ai ginecologi per ricavare l’età ovarica delle donne. Ora il prodotto della nostra ricerca è in commercio. Ed è usufruibile con una semplice registrazione sul portale dedicato». Daniela Lico, Ceo della startup “OvAge” racconta la sua esperienza all’interno del team che ha ideato quel progetto divenuto ora realtà. «Al momento – dice - siamo presenti oltre che in Calabria anche in Sicilia e in Campania. Anche se contiamo di estenderci nel resto del Paese. Ma per fare questo stiamo puntando a implementare il settore marketing della nostra azienda». Il punto su cui batte la Ceo della neo azienda è «la necessità di farci conoscere». «Il contributo che ci è arrivato da CalabrInnova – sottolinea – è stato determinante per realizzare questo progetto. Ci ha permesso prima di avviarlo e poi di farlo crescere. Ora è tempo di farlo conoscere. E di raggiungere il maggior numero di utenti possibili». Per fare questo, secondo Lico, «c’è bisogno del sostegno anche delle istituzioni». «Bene – afferma – i contributi per avviare iniziative innovative. Bene anche il sostegno alla crescita. Ma occorrerebbero maggiori risorse, non solo economiche, per far diffondere le idee imprenditoriali con alta potenzialità. Come quelle che sono nate grazie alle startup innovative di TalentLab».