“Il
decreto n. 9 del Commissario alla Sanità, così com’è, non va”. Non usa mezze parole il
consigliere regionale Domenico Bevacqua per esprimere il suo giudizio sul nuovo Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese. “Sono consapevole – prosegue Bevacqua – che, per un piano che temporalmente interessa il periodo 2013/2015, le responsabilità, chiaramente in capo a una gestione passata a dir poco scellerata, non possono di certo essere addossate di peso e integralmente al nuovo
Commissario Scura, ma si deve prendere atto che il provvedimento appare anacronistico, lacunoso e, per diversi aspetti, irragionevole”. Sottolineando “come il Piano, non recependo i nuovi standard che per la
Rete Ospedaliera prevedono specifiche tipologie di Ospedali (Generali, Spoke e Hub), vada in controtendenza rispetto agli impegni assunti nella Conferenza Stato-Regioni”, Bevacqua fa notare altresì che “l’aumento dei posti letto appare soltanto teorico, in ragione della cronica carenza di personale, della mancanza di sblocco delle procedure per le assunzioni, nonché dell’assenza di spazi e attrezzature adeguate. La mancata applicazione dei nuovi modelli ospedalieri risponde a vecchie logiche e interessi che nella nostra regione non devono più avere diritto di cittadinanza”. “Allo stesso modo – aggiunge l’esponente Pd - si presentano prive di giustificazione, come oggi ha brillantemente evidenziato il Dott Noto in una sua nota, le misure tese a depotenziare reparti di eccellenza quali, per restare soltanto all’Annunziata di Cosenza, la reumatologia, la cardiologia interventistica, e a non valorizzare punti di eccellenza come il centro per la diagnosi e la cura dei tumori del fegato”. “Alla luce delle considerazioni appena esposte – conclude Bevacqua – e confidando nella capacità tecniche dell’ing. Scura, sono certo che lo stesso commissario, calabrese fra i calabresi, non tarderà ad organizzarsi e andare a visitare le realtà ospedaliere della Regione, avendo così modo di constatare personalmente lo stato dei fatti e provvedere al più presto a intervenire attivamente e rivedere il decreto appena approvato interfacciandosi in maniera costruttiva e costante con il Consiglio regionale e la Giunta ”.