Natale senza stipendio, operai sul tetto dell’ospedale
Tre mesi senza paga e famiglie allo stremo: la protesta dei lavoratori delle pulizie esplode sotto la pioggia al presidio di Rossano. Alcuni di loro salgono sul tetto. Intervengono polizia e vigili del fuoco
CORIGLIANO-ROSSANO – La scena si ripete. E questa volta è ancora più drammatica. Sotto una pioggia battente, alle prime luci dell’alba, un gruppo di lavoratori delle pulizie ha presidiato l’ingresso dell’ospedale di Rossano. Alcuni di loro sono addirittura saliti sul tetto del presidio sanitario. Un gesto estremo, carico di rabbia e disperazione, per dire che così non si può più andare avanti.
È la stessa storia che il 9 dicembre scorso aveva già scosso il presidio “Compagna” di Corigliano centro storico. Allora avevano lasciato scope e secchi all’ingresso dell’ospedale dopo il turno di notte, chiedendo solo una cosa: essere pagati. Oggi, a distanza di poche settimane, nulla è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata.
Tre mesi senza stipendio. Le ultime due mensilità non corrisposte. La tredicesima mai arrivata. Operai e operaie monoreddito che portano a casa 450–500 euro al mese, quando va bene. Famiglie intere lasciate con le tasche vuote proprio a Natale, mentre le bollette, l’affitto e la spesa non aspettano.
Stamattina la protesta è salita di livello. Quattro lavoratori hanno raggiunto il tetto dell’ospedale di Rossano, mentre altri presidiano l’ingresso, sotto l’acqua, determinati a non andare via. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Corigliano-Rossano e i Vigili del Fuoco del distaccamento cittadino, che hanno posizionato l’autoscala e si preparano al montaggio del materasso gonfiabile per garantire la sicurezza.
Non è una protesta contro la sanità. È una protesta per la dignità. Perché chi garantisce ogni giorno l’igiene e la sicurezza degli ospedali – spesso nell’ombra, spesso invisibile – oggi chiede solo di essere pagato per il lavoro svolto.
Una scena che si ripete, dunque, ma con toni più drammatici e un senso di abbandono ancora più profondo. Il tempo delle promesse sembra finito. Resta una domanda che pesa come un macigno: quanto deve spingersi oltre un lavoratore per vedere riconosciuto un diritto elementare come lo stipendio?
A Corigliano-Rossano, alla vigilia delle feste, la risposta arriva dall’alto di un tetto. E fa male a tutti.