L’odissea di una donna di 102 anni al PS di Castrovillari denuncia un sistema sanitario allo stremo
La drammatica vicenda della signora Petronilla, ultracentenaria in codice arancione, fa emergere un quadro desolante: nessun supporto, lunghe attese, turni massacranti e un muro burocratico che soffoca pazienti e familiari
CASTROVILLARI – La crisi del sistema sanitario calabrese, aggravata da una cronica e inaccettabile carenza strutturale di personale medico e infermieristico, ha raggiunto un punto di non ritorno. Un episodio emblematico avvenuto presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Castrovillari denuncia una situazione di profonda inefficienza amministrativa e mancanza di umanità nell'assistenza ai pazienti più vulnerabili.
La drammatica vicenda ci viene segnalata dal giornalista Francesco Pacienza e riguarda la signora Petronilla, una paziente ultracentenaria di 102 anni, giunta in Pronto Soccorso con il 118, in codice arancione, alle ore 14:00 del 26 novembre. Il figlio, caregiver, accompagnato da una OSS, si è scontrato con un "muro di granito" burocratico.
«Per quasi quattro ore - ci racconta Pacienza - il familiare non ha ricevuto alcuna informazione sulle condizioni della madre. La richiesta di far entrare l'OSS per assistere la donna nei bisogni essenziali è stata categoricamente respinta. Salvo poi alle 18:30 sentirsi chiedere se vi fosse un cambio di indumenti perché quelli in indossati erano sporchi di urina e vomito. L'atteggiamento si scontra apertamente con la Legge e il buon senso, che riconoscono alle persone anziane e ai minori il diritto di essere assistiti da un familiare, data la loro estrema fragilità».
«Una persona ultracentenaria ha le stesse fragilità di un bambino e dovrebbe godere degli stessi privilegi. Purtroppo, i cittadini si scontrano con un muro che li schiaccia fino a soffocarli» dichiara il figlio.
Le inefficienze amministrative e strutturali in cui versa l'intera sanità calabrese sono state drammaticamente confermate dai dettagli forniti dal giornalista: «Mancanza di Dotazioni Essenziali: Non è stato fornito un cuscino adeguato; per sostenere la testa della paziente è stato utilizzato un cuscino da poltrona prelevato da casa della paziente dal personale del 118, una circostanza che evidenzia la carenza persino nelle dotazioni di base. Disattenzione Igienica: La paziente, sotto forte diuretico per problemi respiratori, ha subito un cambio tardivo dei presidi sanitari per incontinenza. Turni Massacranti: La carenza di personale è certificata dal fatto che gli operatori sanitari in servizio alle ore 20:00 del 26 novembre erano gli stessi ritrovati in servizio alle 12:30 del giorno successivo, un segnale evidente di un sistema al collasso che sfrutta l'abnegazione degli operatori. Siamo sicuri che le condizioni psico fisiche, dopo un susseguirsi di turni così a breve distanza, di queste persone abbiano un grado di efficienza elevato come dovrebbe essere per chi opera in un pronto soccorso?»
«La lodevole dedizione dei medici e degli operatori di Pronto Soccorso, che meritano il massimo rispetto e comprensione per le difficili condizioni operative a cui sono costretti, viene vanificata da un sistema che non funziona. L'attuale organizzazione rende persino complessa la comunicazione con i familiari, trasformando il Pronto Soccorso, luogo di sofferenza e cura, in un ambiente dove la burocrazia prevale sull'aspetto umanistico. I proclami dei politici, purtroppo, restano solo promesse elettorali. La realtà è che il sistema sanitario calabrese non riesce a dare la dignità e l'assistenza che i cittadini, e in particolare i più fragili, meritano» conclude.