Rossanese-Luzzi a porte chiuse, la Prefettura "blocca" il pubblico di casa. La società insorge
Il Prefetto: «Rischio sicurezza elevato dopo gli scontri del 2 novembre». Il presidente Abbruzzese: «Provvedimento tardivo, ingiusto e senza logica: i responsabili sono già tutti colpiti da DASPO. Chi sarebbero i violenti? Le famiglie?»
CORIGLIANO-ROSSANO – La gara di Eccellenza Rossanese–Città di Luzzi, in programma domenica 30 novembre, si giocherà a porte chiuse. Lo ha stabilito la Prefettura di Cosenza con un’ordinanza notificata nella mattinata di oggi che ha suscitato immediate reazioni da parte della società rossoblù.
Nel provvedimento il Prefetto richiama gli scontri del 2 novembre durante Rossanese–Trebisacce, quando un gruppo di tifosi dopo aver tentato di forzare i cancelli, raggiunse l’area ospiti e ingaggiò un fitto lancio di pietre e bastoni, provocando anche feriti. Una pagina di vergogna inenarrabile per la storia sportiva rossanese.
Il Comitato per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, pertanto, ha ritenuto che, alla luce di quegli episodi, «la tifoseria rossanese possa dar luogo a condotte pregiudizievoli per l’ordine pubblico» anche nella prossima partita, motivo per cui viene disposta la disputa in assenza totale di spettatori.
La Rossanese: «Provvedimento contraddittorio e senza fondamento»
Una decisione che, però, la società giudica «ingiusta e tardiva». A dirlo è il presidente rossoblu, Fabio Abbruzzese. «Il provvedimento – dice il patron della Rossanese - ci è stato notificato 48 ore prima della gara, quando biglietti, organizzazione e personale erano già predisposti. Ma ciò che più ci lascia perplessi è la contraddittorietà dell’atto: ci viene chiesto di giocare a porte chiuse per i fatti di due settimane fa, per i quali la società ha già pagato con una squalifica del campo e una gara a porte chiuse disputata a Cosenza».
La contestazione principale riguarda però l’ipotesi di “pericolosità” della tifoseria rossanese: «I responsabili degli incidenti sono stati tutti individuati e sono stati raggiunti da ben 16 DASPO (divieto di accedere alle manifestazioni sportive, ndr)». Quindi, parliamo di persone che hanno l’obbligo di firma e non possono entrare allo stadio. «Quindi chi sarebbe oggi il pericolo? – si chiede il Presidente - forse le famiglie, i bambini e i tantissimi cittadini che vengono a vedere la partita?»
«Se sanno chi è pericoloso, intervengano su quelle persone, non sulla società»
Abbruzzese attacca il metodo: «Se ci sono altre persone ritenute pericolose, la Questura le identifichi e applichi le misure come già fatto in passato, perfino per dei video su TikTok. Invece qui sembra si voglia applicare un’altra logica, quella per la quale se si vuole per prendere il topo si brucia tutta la casa. E questo non è accettabile».
La società annuncia che presenterà ricorso e chiederà anche un risarcimento dei danni: «Ci stanno procurando un danno economico, d’immagine e sportivo. La squadra giocherà senza il proprio pubblico per un provvedimento, a nostro avviso, non motivato e privo di logica giuridica». Poi la chiusa: «Sia chiaro che - sottolinea Fabio Abbruzzse - la questione della presunta pericolosità della tifoseria rossoblu è una cosa che preoccupa principalmente noi addetti ai lavori, la società e la squadra. Non vogliamo tutelare i facinorosi, anzi, tutt'altro. Siamo stati noi per primi - ricorda - a prestare massima collaborazione alle forze dell'ordine e lo abbiamo fatto proprio per consentire alle tantissime persone per bene della nostra città di poter continuare a venire allo stadio. Ma se poi arrivano questi provvedimenti... Siamo confusi».