Iraceb, Uva incalza la Regione: «È tempo di risposte. Il Presidente si assuma le proprie responsabilità»
All’indomani dell’insediamento della nuova Giunta regionale, il consigliere comunale Antonio Uva chiede ad Occhiuto di intervenire per restituire vita e funzione a un ente simbolo della cultura calabrese
CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo anni di silenzio e immobilismo, da qualche mese il caso dell’IRACEB (Istituto Regionale per le Antichità Calabresi e Bizantine) è tornato al centro del dibattito politico e culturale. A riaccendere i riflettori sulla questione è il consigliere comunale Antonio Uva (ne avevamo parlato anche qui), che, all’indomani dell’insediamento della nuova Giunta regionale, chiede al presidente Roberto Occhiuto di affrontare «con serietà e responsabilità una vicenda che – denuncia – da troppo tempo è simbolo di abbandono e disinteresse istituzionale».
Fondata con la Legge Regionale n. 6 del 9 novembre 1989, l’IRACEB nasceva con l’ambizioso obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale della Calabria, con sede a Rossano. Oggi, però, l’istituto esiste solo sulla carta: gli organi direttivi non vengono rinnovati da anni, il personale è assente, e le attività sono completamente ferme.
Nella nota Uva informa che ha «segnalato più volte la gravissima situazione di stallo alle competenti strutture regionali, al Collegio dei Revisori dei Conti e persino alla Corte dei Conti. Esiste un debito per il mancato pagamento del canone di locazione dell’attuale sede, e sembra sia in corso una vertenza legale con il proprietario dell’immobile. Tutto questo genera un evidente danno erariale e aggrava una situazione già incresciosa».
Eppure, una soluzione concreta sarebbe da tempo sul tavolo. L’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano ha infatti offerto gratuitamente locali idonei nel Palazzo San Bernardino, mettendo a disposizione spazi adeguati al trasferimento della sede dell’Istituto: «È una soluzione immediata e praticabile – sottolinea Uva – che consentirebbe di superare l’impasse e restituire piena funzionalità a un istituto culturale di grande valore per la Calabria e per la città».
Il consigliere punta il dito contro la mancata nomina degli organismi di gestione, vero ostacolo che impedisce ogni passo in avanti: «La Regione Calabria non può più eludere questa responsabilità - ribadisce -. È urgente ripristinare gli organi direttivi, verificare la situazione debitoria e trasferire l’Istituto nella sede comunale disponibile. Anche alla luce del rinnovato impegno della Giunta regionale per la cultura, è doveroso agire con tempestività».
Uva annuncia inoltre che nei prossimi giorni presenterà in Consiglio comunale una mozione per chiedere formalmente la nomina dei due rappresentanti comunali previsti dalla legge istitutiva dell’IRACEB.
«È una battaglia che riguarda tutta la comunità – conclude –. Rossano e la Calabria meritano risposte chiare, rispetto per la propria storia e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale».
Oggi dell’Iraceb resta solo una targa in marmo affissa all’ingresso di Palazzo Martucci e un grande patrimonio librario dimenticato che conserva la storia, la memoria e l’identità di Rossano. Il tutto avvolto nel più totale silenzio della comunità e delle istituzioni.