Maggioranza Stasi tra malumori, poteri paralleli e 'mmasciate
Giunta silente, voci di palazzo e tensioni crescenti: cresce il peso politico di Madeo, mentre in città si parla già di successione
CORIGLIANO-ROSSANO – Che questo secondo mandato del sindaco Flavio Stasi non fosse nato sotto una buona stella lo si era capito già dall’indomani del trionfo alle urne.
Un plebiscito “bulgaro” — così lo definimmo allora — che gli consegnò una valanga di voti, ma anche una maggioranza politicamente eterogenea, confusa, contraddittoria. Forse troppo.
Una corazzata dai piedi d’argilla, insomma, dove accanto ai fedelissimi di sempre siedono anche volti che del “progetto Stasi” hanno condiviso poco o nulla, e che oggi si trovano sul fronte più alto (e protetto) della barricata: da Francesco Madeo, oggi super-assessore all’Ambiente e viceré dell’area coriglianese, a Rosellina Madeo, presidente del Consiglio comunale e ora anche consigliera regionale, fino all’impalpabile Costantino Baffa, vecchia conoscenza dell’opposizione nella prima consiliatura tra le fila della Lega.
Nel “mucchio selvaggio” pure tre sigle di partito — M5S, PD e Verdi — costrette “a pane e acqua”, dal momento che il Sindaco ha preferito circondarsi di figure movimentiste, più affini al suo stile decisionista e personalistico.
Giunta quasi muta e poteri paralleli
Poi c’è la giunta, che per come la si vede, è una camera di silenzi. Alcuni assessori restano nell’ombra, altri tacciono per precisa strategia del primo cittadino, che preferisce — come sempre — accollarsi oneri e onori di tutto.
Ma non tutti tacciono. Anzi. È sulla sponda coriglianese, infatti, il fronte più rumoroso e chiassoso dell’esecutivo: Francesco Madeo e Costantino Argentino.
Il primo agisce da sindaco de facto; il secondo, novello MinCulPop dello stasismo, riempie piazze e palchi con eventi e concerti, convinto che lo spettacolo sia la chiave della coesione civica. I risultati di questa azione culturale – dicono – si vedranno col tempo. Forse tra qualche decennio. Vedremo.
Nel frattempo, Madeo gira con la sua compagnia di bandiera: i consiglieri Francesco Marino Scarcella e Gianfranco Costa, fedelissimi più a lui che a Stasi.
Li si vede spesso — dicono i bene informati — aggirarsi tra le stanze del Garopoli, presidiando scrivanie e corridoi come se fossero dependance dell’Assessorato all’Ambiente. Un grande ufficio disbrigo pratiche. Non un passo falso, non un foglio che si muova senza il placet del “viceré”.
Pare che qualche pratica venga addirittura “accompagnata” a destinazione, con la stessa solerzia con cui un tempo si facevano le 'mmasciate.
E infatti, c’è chi sussurra che queste siano proprio le “mmasciate 2.0 dell’era Stasi”: meno carta e più carisma, meno modulistica e più messaggi vocali, diretti e in-fraintendibili. Una forma moderna di influenza — chiamatela pure gestione politica del consenso — che sposta dossier, umori e carriere dentro e fuori il Palazzo.
Certo, sono solo voci. Ma si sa: a Corigliano-Rossano le voci hanno il vizio di anticipare la verità. E in politica, come in certi vecchi film di mafia, la vox populi è quasi sempre vox dei.
Fratture e dimissioni silenziose
Nelle pieghe della maggioranza, tuttavia, i mal di pancia crescono. L’Assessorato all’Ambiente, blindato e trincerato, è diventato un fortino. Cesare Sapia, consigliere di lungo corso e ormai spettro della sua versione più combattiva, ha lasciato la Commissione Ambiente durante l’ultimo Consiglio comunale.
Un gesto apparentemente anodino, ma che nella semantica politica di Corigliano-Rossano pesa come un macigno. Non sarà un caso che sempre più spesso si mormori che Madeo punti alla candidatura a sindaco per il centrosinistra. Fantapolitica? Forse. Ma sul fronte dello stasimo della prima ora molti malumori sono sopraggiunti e sopraggiungono proprio per lo "strapotere" dell'assessore Madeo: invidia, rivendicazioni, legittime ambizioni? Non si sa. Ma sta di fatto che Stasi questa situazione è chiamato non solo a gestirla, ma anche a monitorarla... bene!