Presidenza Provincia, la Sibaritide-Pollino in movimento: Stasi, Capalbo, Lo Polito e Pappaterra nella partita
Nonostante tutte le grandi città della provincia siano governato oggi dal centrosinistra, si prova a serrare le fila in un contesto in cui il rischio resta - come sempre - la frammentazione che in passato ha favorito il centrodestra
CORIGLIANO-ROSSANO - Potrebbero essere ancora una volta i sindaci della Sibaritide-Pollino a dettare, nel bene e nel male, la linea in vista delle prossime elezioni provinciali di Cosenza, previste per l’inizio del 2026.
Un quadrante politico – da Corigliano-Rossano ad Acri, da Castrovillari a Mormanno – che oggi concentra alcuni dei nomi più significativi del centrosinistra calabrese: Flavio Stasi, Pino Capalbo, Mimmo Lo Polito e Paolo Pappaterra.
Quattro amministratori diversi per provenienza e percorso, ma accomunati dal peso politico e dalla rappresentanza di un’area che negli ultimi anni ha dimostrato di essere il vero motore amministrativo della provincia. E che, proprio per questo, potrebbe giocare un ruolo decisivo nella sfida per la successione alla presidente Rosaria Succurro, (grazie all'ennesimo litigio tutto interno all'apparato Dem) eletta nel 2022 e oggi approdata a Palazzo Campanella.
Una partita aperta e un centrosinistra in cerca di bussola
La geografia politica attuale offre al centrosinistra un’occasione potenzialmente irripetibile: governare tre dei Comuni più popolosi della provincia di Cosenza – Corigliano-Rossano, Castrovillari e Acri – e avere in campo una nuova generazione di amministratori espressione diretta dei territori. Ma l’occasione, come ammonisce la storia di questo territorio e soprattutto di questa particolare competizione elettorale (dove a contare sono i numeri del peso ponderato dei comuni e non il suffragio dei cittadini), rischia di trasformarsi nell’ennesimo autogol politico se prevarranno le logiche di divisione e personalismo.
Gli esempi non mancano. Le elezioni provinciali del 2014 e del 2022 sono ancora lì a ricordarlo: in entrambi i casi il centrosinistra si è consegnato al centrodestra, diviso tra candidature parallele e mediazioni dell’ultima ora. Prima con Gianni Papasso e Marcello Manna; poi con Ferdinando Nociti e Flavio Stasi, candidati contrapposti che spianarono la strada alla vittoria di Rosaria Succurro.
Stasi, Capalbo, Lo Polito e Pappaterra: le pedine del Nord-Est
In questo scenario, l’asse del Nord-Est calabrese torna centrale. Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, forte della sua rielezione con un plebiscito nel 2024, potrebbe rimettersi in gioco dopo l’accantonamento della candidatura alle Regionali a favore di Pasquale Tridico. Pino Capalbo e Mimmo Lo Polito, rispettivamente primi cittadini di Acri e Castrovillari, potrebbero cercare un riscatto politico dopo la mancata elezione in Consiglio regionale. Sul fronte del rinnovamento, invece, c'è Paolo Pappaterra, giovane sindaco di Mormanno e figura vicina al segretario provinciale dem Matteo Lettieri e che potrebbe godere anche della spalla forte della neo consigliere regionale Rosellina Madeo, rappresenta l’ipotesi di un cambio di passo generazionale.
Quattro possibili profili, insomma, quattro visioni, ma una sola grande incognita: la capacità del centrosinistra di fare sintesi e di evitare il solito autolesionismo politico che, in passato, ha consegnato la guida della Provincia al centrodestra.
ControCorrente: “Basta accordicchi, servono primarie vere”
A richiamare il partito e l’area progressista alla responsabilità è stata in queste ore l’associazione politico-culturale ControCorrente, da sempre voce critica interna al Pd cosentino. «I disastri elettorali del 2014 e del 2022 dovrebbero indurre a riflettere», si legge in una nota diffusa dal gruppo.
Il riferimento è chiaro: il rischio di ripetere gli stessi errori è alto, specie se il dibattito resterà confinato nei soliti “caminetti” politici e non si aprirà a un confronto ampio con sindaci, amministratori e movimenti civici.
Da qui la proposta di primarie di coalizione per individuare un candidato unico del centrosinistra, scelto non dai vertici ma dagli amministratori del territorio, nel rispetto dei vincoli della legge Delrio, che prevede l’eleggibilità solo dei sindaci con almeno 18 mesi residui di mandato. Un metodo, dicono da ControCorrente, per «stimolare una discussione vera sui programmi e non solo sui nomi».
Il tempo della scelta
Se la direzione provinciale del Pd – come auspicano in molti – sceglierà di aprire il confronto nelle prossime settimane, la sfida potrà rappresentare un banco di prova decisivo per l’intera area progressista cosentina. Ma servirà coraggio politico, visione e una parola ormai dimenticata: unità. Perché, oggi più che mai, il Nord-Est calabrese non è solo un territorio ma potrebbe diventare, davvero, la cartina di tornasole del futuro equilibrio politico della provincia di Cosenza. Basta solo uscire dal provincialismo che continua ad annebbiare, piegare e offuscare le menti di questo territorio.