Cassazione, il Palazzetto di Insiti torna definitivamente al Comune di Co-Ro
La Cassazione ha respinto il ricorso del privato che occupava abusivamente il Palazzetto di Insiti, confermando la piena titolarità comunale dell’immobile. Una vittoria legale e simbolica per la città, che ora guarda alla sua riqualificazione

CORIGLIANO- ROSSANO - Il Palazzetto di Insiti resta nella piena disponibilità del patrimonio comunale di Corigliano-Rossano: la Corte di Cassazione, infatti, ha rigettato il ricorso presentato dal privato, che aveva occupato abusivamente il bene immobile, con cui aveva impugnato la sentenza del Consiglio di Stato n.2980 del 30/03/2024 che, a sua volta, aveva dichiarato legittima l'Ordinanza comunale di sgombero dell'immobile.
Il privato, con il ricorso in Cassazione aveva impugnato lo sconfinamento (della sentenza impugnata) nel campo del legislatore, adducendo che "nessuna norma di legge nazionale o regionale individua nel palazzetto dello sport la sede del Comune; che pertanto il Consiglio di Stato ha creato una norma in realtà inesistente; che l'art. 4 della l. reg. Calabria (Legge regionale n.2/2018 di istituzione del Comune unico di Corigliano-Rossano) individuava quale sede del Comune solo un'area, e non un immobile".
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso nei confronti del Comune di Corigliano-Rossano per plurime ragioni. In primo luogo perché lo "sconfinamento" del Giudice amministrativo nella sfera di attribuzioni del legislatore non sussiste, in quanto il Consiglio di Stato si è limitato a stabilire quale fosse l'esatta interpretazione ed applicazione della legge regionale Calabria n.2/2018.
In secondo luogo il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché il gravame fu accolto sul presupposto che l'immobile da sgomberare fosse funzionale ad interessi pubblici.
La Corte di Cassazione, oltre a dichiarare inammissibile il ricorso, ha condannato il privato occupante abusivo del Palazzetto di Insiti al pagamento delle spese del giudizio, ma anche al pagamento delle spese ex art 96 del Codice di procedura civile che è una condanna per responsabilità aggravata: "se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il giudice, su istanza dell'altra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche d'ufficio, nella sentenza... ".
«Con l'ordinanza della Suprema Corte di Cassazione – dice l'Assessore agli Affari Legali, Mauro Mitidieri - recentemente resa sul ricorso presentato dal privato destinatario della ordinanza di sgombero emessa dall'Ente comunale, viene messo un punto definitivo all'annosa vicenda amministrativa riguardante gli immobili siti in località Insiti di Corigliano-Rossano e di cui la cittadinanza ha oramai piena conoscenza. Questa ennesima vittoria inorgoglisce me e l'Amministrazione di cui faccio parte ed è il giusto riconoscimento a fronte di un lavoro capillare e di squadra che, dal primo momento, è stato posto in essere per recuperare gli immobili arbitrariamente sottratti alla disponibilità della collettività e, quindi, ricondurli nel patrimonio comunale sempre a beneficio della cittadinanza. Non è stato assolutamente semplice né scontato questo epilogo, ancor più ove si consideri che tanti episodi e tante circostanze, meritevoli di approfondimento prossimo, deponevano a svantaggio dell'Ente. Con azioni mirate e sinergiche – conclude l'Assessore Mitidieri - si è recuperata una situazione che si riteneva irrimediabilmente persa e di questo risultato sono davvero contento».
«Un'altra sentenza favorevole, un altro passo importante nel percorso che come Amministrazione Comunale stiamo conducendo per il recupero di un bene pubblico e per l'interruzione di una vergogna storica: l'occupazione abusiva del Palazzetto di Insiti – dichiara il sindaco Flavio Stasi – era il novembre 2022 quando, in occasione della prima sentenza positiva dopo anni di sconfitte, con una metafora calcistica dissi che era stata come una partita di calcio trovata in svantaggio 3-0 e riportata, con sacrificio e lavoro, sul 3 a 3. Le ragioni per le quali su una vicenda incredibile come questa il Comune avesse sempre e solo perso, saranno oggetto di altri approfondimenti. Sono passati altri tre anni, e con questa sentenza possiamo dire di essere sul 5 a 3. Non è, ovviamente, solo una vicenda legale e nemmeno economica: è anche il simbolo di una città che riprende spazi e li restituisce alla comunità, che risponde con chiarezza e forza rispetto ad una questione che era diventato emblema di inefficienza e poca trasparenza, non di rado oggetto di inchieste giornalistiche».
«Una questione che non guarda solo al passato – conclude il Primo Cittadino – ma anche il futuro. Abbiamo già preparato delle schede progettuali, infatti, per la riqualificazione dei 40 mila metri quadrati ormai tornati in mano al Comune e creare in questo luogo centrale il cuore della città, con un centro servizi e importanti luoghi di aggregazione. Un progetto che chiaramente richiederà finanziamenti importanti ai quali stiamo lavorando già da tempo».