Monte di Cassano assediato dai randagi: branchi sempre più numerosi
Quattro gruppi di cani, ognuno con una decina di esemplari, vagano tra strade e proprietà private. I residenti chiedono interventi urgenti: l’emergenza peggiora nonostante le catture e i controlli delle ultime settimane

CASSANO JONIO - Nonostante gli sforzi del Sindaco Iacobini e dell'Amministrazione Comunale, il randagismo nell’area del Monte di Cassano continua a destare preoccupazione. Gli interventi messi in campo nelle ultime settimane, compresa la cattura di alcune femmine appartenenti a diversi gruppi, non hanno ancora portato a un miglioramento tangibile.
Secondo le segnalazioni dei residenti, almeno quattro branchi — ciascuno formato da una decina di cani — si muovono liberamente tra sentieri, strade principali e vicoli secondari. Alla ricerca di cibo e acqua, gli animali non esitano a sconfinare nei giardini privati, a rovistare nei sacchi dell’immondizia lasciati sul ciglio della strada e a provocare danni alle recinzioni. I rifiuti sparsi, insieme agli abbai continui e alla presenza di escrementi in più punti del paese, stanno esasperando la popolazione.
Il clima di tensione è palpabile: c’è chi, per uscire di casa, porta con sé un bastone “per ogni evenienza” e chi rinuncia del tutto alle passeggiate serali. «Di giorno magari non ci sono problemi, ma la sera preferisco non rischiare», racconta una residente.
La Polizia Municipale e il canile comunale, su impulso dell’amministrazione, hanno già effettuato alcune operazioni mirate, rimuovendo dal territorio alcune femmine per contenere le nascite. Tuttavia, la rapida comparsa di nuovi soggetti vanifica gran parte dei progressi ottenuti.
Dalla cittadinanza arrivano richieste chiare: servono controlli più frequenti, un programma di sterilizzazioni su larga scala e interventi costanti, non occasionali. C’è anche chi propone di creare aree sicure e isolate dove collocare punti di alimentazione controllati, per tenere i branchi lontani dalle zone residenziali.
Per ora, il Monte di Cassano resta una zona dove la convivenza tra uomo e animali randagi è sempre più difficile, in un contesto in cui l’emergenza sembra tutt’altro che risolta.