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Da Corigliano-Rossano in Sicilia per ripercorrere i cento passi della legalità

5 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO/PALERMO - C’è un momento, nella vita di ogni ragazzo, in cui le parole sentite mille volte – giustizia, legalità, impegno – smettono di essere concetti astratti e iniziano a prendere forma, volti, storie. Questo è esattamente ciò che è accaduto ai ragazzi del Clan “I Pigri” del gruppo scout Rossano 3, quando hanno deciso di intraprendere una route diversa dal previsto. Sarebbero dovuti partire per Roma dove si sta celebrando il Giubileo e, invece, hanno deviato per la Sicilia, con l'obiettivo di camminare nei luoghi dove la legalità è stata difesa fino all’estremo sacrificio, dove ancora oggi si combatte, con dignità e coraggio, per un futuro migliore.

E lì, passo dopo passo, zaino in spalla e cuore aperto, hanno ripercorso i cento passi di Peppino Impastato, hanno visto luoghi e ferite aperte che ancora grondano sangue di giuatizia, si sono immersi nei luoghi che hanno visto consumarsi storie di sacrificio: hanno ascoltato testimonianze che non si dimenticano e condiviso emozioni che lasciano un segno profondo. Ma soprattutto hanno visto una terra che fino a qualche anno fa era totalmente ripiegata sul pregiudizio e poi ha imparato a reagire, a discernere i buoni dai cattivi. Una lezione che serve, che serve soprattutto ad imparare il senso della legalità e dell'appartenenza.

Questo articolo è il loro racconto. È il diario vivo e sincero di chi ha scelto di non restare in silenzio, di chi ha capito che legalità non è solo una parola da scrivere su una maglietta, ma uno stile di vita da vivere ogni giorno, con coraggio e responsabilità.


SUI PASSI DELLA LEGALITA’
Essere scout
Giustamente vi starete chiedendo le motivazioni che hanno portato un gruppo di ragazzi a scrivere un articolo. Incominciamo con il dire che non siamo dei ragazzi "normali", secondo quello che è il senso convenzionalmente attribuito a questo termine: siamo SCOUT. Ciò significa che se volessimo riassumere con una singola espressione il nostro essere, questa inevitabilmente sarebbe: "La legalità? Il nostro stile di vita!" proprio come è scritto anche sulle nostre magliette e causa del fatto che il tema-linea guida del nostro viaggio sia proprio quello della legalità.

Rischiare per vincere
Tutto inizia con la proposta di aderire alla Route Regionale organizzata dal Gruppo RS Calabria con destinazione Roma e il giubileo. Nonostante la cosa ci entusiasmasse inizialmente, andando avanti con i vari incontri e preparativi insieme agli altri clan ci siamo resi conto di come questa non appagasse a pieno il nostro obiettivo: parlare, appunto, di legalità. Proprio per questo, ad aprile, ad appena 3 mesi dalla partenza programmata, abbiamo deciso di dissociarci da quella grande "macchina organizzativa e perfettamente collaudata" per mettere alla prova noi stessi e la nostra capacità di auto-organizzazione. Quindi, facendo alcune ricerche, abbiamo deciso di andare in quei luoghi simbolo della lotta anti-mafia degli anni '90 ancora oggi esempi di "sacche di resistenza". Inevitabilmente la nostra scelta non poteva che ricadere su Palermo e dintorni.

Approdando in Sicilia
Così, carichi di voglia e curiosità, il 30 luglio 2025 siamo partiti dalla stazione ferroviaria di Sibari alla volta di Cefalù, dove ci avrebbe aspettati la prima tappa della nostra route. Ad accoglierci, e ad aiutarci con i nostri pesanti zaini, i ragazzi del clan del Cefalù1 e il loro sacerdote Don Pietro, che non hanno perso tempo nel farci sentire a casa. Sulla scia di questo entusiasmo, nonostante la forte stanchezza fisica, durante la notte abbiamo vissuto un momento di veglia riflettendo su quali fossero i nostri desideri per il futuro, ragionando su come ci siano state figure che abbiano speso la propria vita a sostegno della libertà per tutti noi.

Amicizia con “2 grandi”
Lasciata Cefalù, ci siamo spostati verso la nostra seconda destinazione, Palermo. Qui non potevamo far altro che addentrarci nel cuore del luogo che ha visto i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino lavorare fianco a fianco nella lotta contro Cosa Nostra: il “bunkerino” del Palazzo di Giustizia. È proprio qui, infatti, che sono state svolte le indagini che hanno portato al cosiddetto “Maxi processo di Palermo”, e quindi a 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2.665 di reclusione. Durante la visita abbiamo dunque osservato da vicino i documenti originali del più grande processo penale della storia (460 imputati). Nel pomeriggio ci siamo diretti a “La casa di Paolo”, luogo gestito dalla famiglia del magistrato, come segno di resilienza in uno tra i quartieri più difficili del capoluogo siculo. Sin da subito la signora Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, ha condiviso con noi la sua emozionante testimonianza e con grande sensibilità ci ha fatto immergere nella storia di suo zio.
Per terminare la giornata, avendo fatto tesoro dei preziosi momenti vissuti, abbiamo instaurato un dialogo improntato sul concetto di legalità nella nostra quotidianità e di come questa possa essere influenzata da individui appartenenti al mondo dello spettacolo. La conclusione alla quale siamo arrivati insieme è che oggi la maggior parte degli artisti non sfrutti come potrebbe la propria piazza d’ascolto per parlare di legalità.

I 100 passi
Il giorno seguente ad attenderci c’era la terza tappa: Cinisi. Questa è la città in cui è nato e ha combattuto lotte importanti Peppino Impastato. Oggi infatti, proprio casa sua, “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, rappresenta un punto di riferimento della lotta anti-mafia in tutto il mondo.
Siamo stati onorati nell’ascoltare la storia di Peppino, e discorsi su tematiche legate alla nostra contemporaneità, direttamente da parte del fratello Giovanni, che dopo la sua morte non ha mai perso fiducia nella giustizia. Abbiamo inoltre percorso i “100 passi” dalla casa all’abitazione del boss, mandante dell’omicidio di Peppino, Tano Badalamenti. Rientrati a Palermo, commossi dall’esperienza vissuta con Giovanni Impastato, abbiamo fatto rotta verso “l’Albero Falcone”, simbolo di speranza per i giovani di tutto il Paese e intenzionalmente posizionato con i rami rivolti verso una scuola. All’albero della legalità abbiamo appeso i nostri messaggi di speranza per un futuro migliore.

La mafia è…
In generale possiamo affermare di star facendo ritorno arricchiti dalle preziose parole e testimonianze alle quali abbiamo assistito in questi giorni. Abbiamo capito come un semplice ragazzo, Peppino, possa dare vita a un grande urlo di rivoluzione o come degli uomini, Giovanni e Paolo, possano avere un senso del dovere così elevato da sacrificare, con consapevolezza, la propria vita in nome di un ideale. Torniamo da questo viaggio più consapevoli e con un'idea sempre più radicata in noi di importanza nell'agire e nel non sottostare a nessuno che imponga il proprio potere con la violenza. Tutto questo, ovviamente, senza esserci sottratti da un rinfrescante bagno, gentilmente offerto dalla nostra inimitabile capo-fuoco Marinella, nelle spettacolari acque di Cefalù, e dal degustare i tipici cannoli siciliani grazie ai nostri capi Nicola e Alessia, rendendoci ancora più chiaro come una regione meravigliosa non debba più essere associata al terribile fenomeno mafioso. Infine, siamo assolutamente certi di poter riassumere la nostra intera esperienza in una singola frase:

"La mafia è una montagna di merda!" — P. Impastato

AGESCI ROSSANO 3 — CLAN “I PIGRI”


Quello che questi ragazzi hanno vissuto non è stato solo un viaggio geografico, ma un’autentica esperienza del cuore. Hanno incontrato volti, mani, voci che raccontano ancora oggi il dolore e la speranza di una terra bellissima e ferita. Hanno ascoltato chi ha perso e continua a lottare, chi ha trasformato il dolore in memoria viva, chi ha scelto ogni giorno di non piegarsi alla paura.

E così sono tornati a casa diversi. Più consapevoli. Più forti. Più uniti.

Con una certezza nel cuore: la legalità non è una lezione da studiare, è una strada da percorrere. Tutti insieme. Ogni giorno. Con il coraggio di chi sa che anche una piccola azione, anche una voce giovane, può fare la differenza.

Perché la mafia si combatte anche così: camminando, ascoltando, ricordando. Amando. E, come ha insegnato Peppino Impastato, urlando forte la verità, senza paura.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.