Personale centellinato e climatizzazione assente: l'odissea dei dializzati di Lungro
La denuncia forte di Schierarsi Corigliano-Rossano che chiede interventi immediati: «La situazione è gravissima»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Situazione insostenibile per i pazienti dializzati di Lungro: mancano medici, infermieri e farmaci, e l'aria condizionata è fuori uso». Questa la dura denuncia che arriva dal movimento Schierarsi della piazza di Corigliano-Rossano. La situazione è gravissima.
Il comunicato stampa, diffuso proprio mentre i membri del movimento sono in viaggio per la capitale per la manifestazione pro-Palestina, evidenzia un quadro allarmante per i pazienti emodializzati del Centro Dialisi di Lungro, già provati dalla loro condizione e ora costretti a fronteggiare ulteriori e gravi disagi.
«Sottoporsi a sedute di emodialisi in ambienti surriscaldati - si legge nella nota - è non solo difficile, ma pericoloso. L’emodialisi non è uno scherzo, e quando alle sofferenze fisiche si sommano disservizi di questa portata, si rischia di trasformare la terapia in un vero e proprio inferno».
Un appello accorato viene rivolto ai vertici della sanità: «Come piazza di Schierarsi di Corigliano Rossano, molto attenti alle questioni sanitarie regionali, ci appelliamo con urgenza alla sensibilità dei manager e del coordinatore della rete emodialitica affinché si intervenga tempestivamente per risolvere questi problemi».
La critica si fa ancora più diretta nei confronti del Commissario alla Sanità: «Al Commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto, ribadiamo quanto già più volte affermato: la sanità calabrese è una realtà molto complessa». Da qui il monito duro, forte e diretto: «Se non è in grado di affrontare queste sfide, si dimetta».
Le problematiche denunciate a Lungro non sono un caso isolato, ma riflettono una crisi più ampia che affligge la dialisi in diverse aree della Calabria. I pazienti dializzati sono tra i più vulnerabili e dipendono interamente da un servizio sanitario efficiente e ben attrezzato per la loro sopravvivenza.
Le sedute di emodialisi, che spesso durano diverse ore e si ripetono più volte a settimana, richiedono un ambiente controllato, igienico e confortevole. La carenza di personale medico e infermieristico, la scarsità di farmaci essenziali e l'inoperatività di impianti vitali come la climatizzazione non solo compromettono la qualità della vita dei pazienti, ma mettono a rischio la loro stessa incolumità.
La dialisi, infatti, è una procedura salvavita che supplisce alla funzione renale compromessa. Stiamo parlando di vite umane attaccate a una macchina, che affidano la loro vita alle performance di strumenti medicali che devono essere sempre in perfetto equilibrio e che devono operare in condizioni praticamente perfette di comfort ambientale.
Qualsiasi interruzione o condizione ambientale avversa può portare a gravi complicazioni, tra cui scompensi elettrolitici, ipotensione, ipertermia e infezioni, che in casi estremi possono risultare fatali.
Quali saranno le prossime mosse delle autorità sanitarie regionali per rispondere a questa pressante emergenza?