Autisti soccorritori, Usb chiede lo scorrimento delle graduatorie: «Solo nell'Asp di Cosenza ne mancano 10»
Il sindacato smentisce le ricostruzioni sul tema fatte da Azienda Zero e della Direzione del 118: «Non si può continuare a tenere personale qualificato fermo a casa, mentre i servizi territoriali sono allo stremo. Chiederemo l'accesso agli atti»

COSENZA - Rete di emergenza urgenza territoriale del Suem 118. Ha sollevato clamore la nota diffusa nei giorni scorsi dall’Unione Sindacale di Base in cui emergono i problemi interni relativi alla rete di emergenza-urgenza e, nello specifico, ai suoi autisti soccorritori. «Abbiamo assistito in questi giorni - affermano dal sindacato - a numerose reazioni (spesso scomposte e scompensate) da parte dell’Azienda Zero e della Direzione del 118».
«È evidente – ammettono - che abbiamo toccato un nervo scoperto. Bene, ne siamo contenti. Tuttavia, è nostro dovere fare chiarezza su quanto emerso, poiché molte delle risposte ricevute sono, a nostro avviso, false o distorte. Ribadiamo con forza che USB non intende alimentare guerre tra poveri, che fanno solo il gioco dei potenti di turno. Il nostro unico obiettivo è quello di difendere i diritti dei lavoratori: il diritto a un contratto regolare, il diritto di chi è in graduatoria ad essere assunto, e il diritto dei cittadini calabresi ad avere un servizio 118 efficace, tempestivo e conforme a quanto previsto dalla legge».
«I numeri non tornano. Azienda Zero dichiara di aver attivato tutte le 75 postazioni PET Aziendali Pubbliche previste dal Piano di Riordino della rete ospedaliera, come da Delibera n. 288 del 05/02/2024. Ma questi numeri non sono veritieri, e ve lo dimostriamo punto per punto: 1. Tre postazioni (Caloveto, Catanzaro Lido, Gioiosa Jonica) non sono mai state aperte. Quindi il numero reale scende da 75 a 72. 2. Sei postazioni che da piano dovevano essere pubbliche sono invece gestite da croci private: Lungro, Praia a Mare, Corigliano, Cassano, Oriolo e Spezzano Albanese. Queste sei postazioni non sono pubbliche: i mezzi e gli autisti sono delle croci private, mentre l’infermiere è pagato dall’ASP di Cosenza, quindi con soldi pubblici. Il tutto, lo ricordiamo, senza alcuna gara d’appalto, in prorogatio su una convenzione scaduta. Pertanto, le reali postazioni aziendali pubbliche sono solo 66 o 67, non certo 75. Ma dove sono le ambulanze?»
E proseguono: «A chi si vanta di aver consegnato tutte le ambulanze previste rispondiamo: 1. ha semplicemente fatto il proprio lavoro. 2. alcune ASP attendono ancora la consegna dei mezzi. 3. alcune ambulanze risultano “parcheggiate” o in assistenza, ma ci si chiede: l’assistenza non doveva essere fatta in centri autorizzati FIAT come da capitolato? Serve chiarezza su quanti mezzi sono effettivamente operativi e dove si trovino gli altri».
Per gli Autisti Soccorritori – dicono - «la graduatoria deve scorrere subito! Non è vero, come dichiarato, che tutti i 165 autisti soccorritori previsti dal piano siano stati assunti: 12 di loro, destinati a Reggio Calabria non sono mai stati chiamati, attualmente sono rientrati nella disponibilità dell’ASP di Cosenza e aspettano nuova convocazione! Altri candidati hanno rifiutato o abbandonato il servizio poco dopo la convocazione. Alcuni si sono dimessi o sono stati trasferiti. Il risultato è che mancano all’appello decine di unità, e solo sull’ASP di Cosenza, stimiamo almeno 10 autisti soccorritori mancanti, con PET che turnano in 4 o 5 tra mille difficoltà operative».
«È per questo – vanno avanti - che chiediamo con forza lo scorrimento immediato della graduatoria degli autisti soccorritori. Non si può continuare a tenere personale qualificato fermo a casa, mentre i servizi territoriali sono allo stremo. Sull’accesso agli atti e nuova postazione “fantasma”: nei prossimi giorni formalizzeremo una richiesta di accesso agli atti su tutte le questioni fin qui esposte. Ma oltre a questo, chiederemo conto della nascita improvvisa della postazione MSA1 Crati Centrale, non prevista dal piano regionale e assegnata a due croci private. Con quale bando? Con quale convenzione? Con quale trasparenza? Chi vuole intimidirci ha sbagliato bersaglio Chi pensa di intimorire la nostra organizzazione sindacale e i nostri rappresentanti ha fatto male i conti».
«USB – concludono - è un sindacato senza padroni e senza scheletri nell’armadio. Non ci siamo mai venduti a nessuno, né ai politici né ai potentati economici. Siamo e resteremo un sindacato dal basso, fatto con e per i lavoratori. P.S. Ricordiamo a chi si lancia in fantasiose ricostruzioni storiche sulle "prime camere del lavoro": le organizzazioni sindacali del primo Novecento non avevano nulla a che spartire con i padroni. Per fortuna. Un consiglio: studiate la storia del movimento operaio e sindacale prima di parlare. È proprio quando i sindacati e i lavoratori si mettono a braccetto con i padroni, piccoli o grandi che siano che iniziano i veri problemi».