Transizione energetica, Crotone pronta ad installare un deposito GNL per le grandi navi
Le nuovi navi da crociera saranno tutte a gas. Corigliano-Rossano per rientrare nella rotta dei grandi armatori può muovere tre leve: la destinazione, la piattaforma logistica e lo scalo tecnico per il rifornimento

CORIGLIANO-ROSSANO – Una delle nuove e prossime frontiere per il traffico marittimo è sicuramente il gas naturale liquefatto (GNL). Nel lungo e complesso processo verso la decarbonizzazione, infatti, le prime teste a cadere saranno quelle dei motori termici vecchio stampo, alimentati a benzina o diesel. La maggior parte dei natanti, dai battelli per finire alle grandi navi, che oggi solcano i mari sono alimentate proprio con il carburante tradizionale, altamente inquinante e prossimo al tramonto. Servono soluzioni. Pensare, oggi, ad un mercantile o a una nave da crociera, di dimensioni mastodontiche, spinte da motori elettrici è pressoché impensabile, non fosse altro per la stazza che è necessario muovere e la potenza da generare. Le frontiere ideali a impatto zero sarebbero i motori a propulsione nucleare, con tutti i rischi che esse comportano, l’altra quella dei motori ad idrogeno (alcune navi le montano ma le loro stazze sono relativamente piccole).
La via di mezzo, verso una transizione energetica equilibrata, è l’utilizzo proprio del GNL, inquinante certamente ma con un impatto sull’ambiente minimo rispetto al petrolio. Il GNL – come ha scritto in un articolo di divulgazione scientifica il portale geopop.it - ha un grande pro, quello di inquinare meno del gasolio, riducendo le emissioni di CO2. Il contro è il minore potere calorifico che, insieme a un sistema di stoccaggio più complesso basato su serbatoi criogenici, comporta un maggiore ingombro a bordo delle navi e, di conseguenza, una riduzione del carico pagante.
Insomma, da qui a qualche anno tutte le grandi navi saranno spinte da motori a GNL. E avere un deposito di gas naturale liquido in un porto potrebbe essere sicuramente un’attrattiva non di poco conto per gli armatori. Soprattutto per le grandi compagnie da crociera, da Costa a Royal Carribean per finire a MSC che hanno in cantiere tutte nuove e grandi navi a gas.
C’è chi, in questo senso, si sta organizzando. A Crotone, infatti, un privato ha ricevuto qualche mese addietro il parere VIA da parte del Ministero per l’Ambiente per la “realizzazione di un deposito costiero di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) da 20000mc”. Un progetto che sta suscitando non poco dibattito e polemica nel territorio pitagorico, non fosse altro perché sia l’approvvigionamento che la distribuzione del gas dovrebbe avvenire attraverso un braccio esteso per qualche centinaio di metri in mare mentre il deposito sarebbe situato sulla terra ferma all’interno dell’area industriale. Insomma, non un rifornimento diretto.
Quello che sappiamo, però, è che il porto di Crotone non ha fondali abbastanza profondi per l’attracco di grandi navi, pertanto un eventuale rifornimento di GNL potrebbe avvenire nello specchio di mare fuori dal porto.
Al netto delle polemiche, però, quella di costruire un deposito di gas naturale liquefatto lungo la costa jonica è un’idea lungimirante che anticipa i tempi della transizione energetica. Dal momento che, lungo tutto il versante jonico, dalla Puglia alla Sicilia, passando appunto dalla Calabria, al momento nessun porto pare essere attrezzato per il rifornimento di questo combustibile.
E potrebbe essere un’idea non del tutto peregrina o necessariamente da boicottare, pensare ad un deposito di GNL a servizio del porto di Corigliano-Rossano. Qui ci sono spazi nel retroporto e soprattutto ci sono fondali idonei al traffico delle grandi navi che potrebbero approfittare della grande darsena jonica come scalo di rifornimento, rendendola appetibile per il mercato navale.
L’esempio che ritorna è sempre quello del crocierismo. Se è vero che il porto di Sibari è fuori rotta nel più ampio e complesso sistema delle rotte turistiche è anche vero che si possono attivare, anche non simultaneamente, alcune leve per incentivare il ritorno delle grandi navi cruise e dei loro passeggeri.
La prima leva è sicuramente quella della destinazione, che ancora oggi non c’è per un retaggio culturale troppo vecchio e stantio che ci mantiene arroccati attorno ai campanili e non ci fa rendere conto di essere tutti figli di Sibari.
La seconda leva è la piattaforma logistica. Taranto, ad esempio, in decadenza come porto industriale, ha trovato una sua nuova dimensione come porto crocieristico diventando un piccolo hub della compagnia Costa; nel porto pugliese le navi si riforniscono delle derrate alimentari, fanno cambio equipaggio e operano manutenzione.
La terza leva è lo scalo tecnico e necessario. “Costringere” una grande nave ad arrivare nel porto di Corigliano-Rossano per fare rifornimento alla nave potrebbe essere una “furbata” da non sottovalutare offrendo, allo stesso tempo, la possibilità di una piattaforma logistica adeguata.
Il problema è capire se questo territorio e questa città siano abbastanza pronte a cogliere quelle che sono le sfide del domani per non continuare a rimanere, sempre e imperterriti, fanalino di coda dello sviluppo.